Imprenditori scettici: «Poco sviluppo, troppa incertezza»

Imprenditori scettici: «Poco sviluppo, troppa incertezza»
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LE REAZIONI
dal nostro inviato
PADOVA Gli imprenditori sono d'accordo con le analisi di Fondazione Nordest, molto meno con quelle del ministro dell'economia Tria e del governo Lega-5stelle.

«Abbiamo agganciato la ripresa ma il governo non sta lavorando per lo sviluppo, non siamo stati ascoltati avverte Maria Cristina Piovesana, presidente vicario di Assindustria Venetocentro - la politica dovrebbe difenderci, il nostro pil è fatto da piccole medie imprese, non siamo elite ma gente che crea lavoro». «La manovra è pessima e non tiene conto delle esigenze di crescita delle nostre imprese» conferma Enrico Carraro, presidente del gruppo metalmeccanico omonimo di Campodarsego (Padova) e fresco di nomina nell'advisory board di Fondazione Nordest: «Il nostro gruppo sta portando a compimento gli investimenti già previsti per quest'anno ma sull'anno prossimo abbiamo deciso di frenare, c'è troppa incertezza anche a livello geopolitico, il rialzo dello spread poi ha reso più costosi i prestiti. Credo purtroppo però che a livello politico non cambierà nulla almeno fino a maggio».
BONO: MENO LEGGI
Giuseppe Bono, presidente di Fondazione Nordest e Ad di Fincantieri (cioè uno dei più grandi gruppi mondiali della cantieristica), non spara a zero sulla manovra ma ammette: «Sono preoccupato: c'è un rallentamento dell'economia, bisogna capire se è congiunturale oppure strutturale». E la manovra, gli investimenti in infrastrutture? «Ammesso che facessimo tutte le infrastrutture necessarie, abbiamo la manodopera giusta per farla? Poi bisogna investire in formazione e liberare le aziende dalle pastoie di una burocrazia che si annida anche a livello locale, lo dimostra il caso di Porto Marghera». Paese ingessato, ma che si può fare? «Il governo amministri e magari elimini un bel po' di leggi. Ma sul futuro non sono preoccupato: l'Italia non cade, non cade l'Europa, i conflitti si superano».
Vincenzo Marinese è scettico: «Abbiamo bisogno di misure concrete subito che ci permettano più investimenti e formazione, e invece ci troviamo davanti a un ministro che ci dice che siamo in un periodo di transizione: speriamo finisca presto altrimenti siamo rovinati», la battuta salace del presidente di Confindustria Venezia-Rovigo: «La politica e il governo oggi sembrano completamente scollegati dalla realtà».
ZOPPAS: SEGNALI NEGATIVI
Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Veneto: «Se questa manovra funziona chapeau, si rompono tutti gli schemi, ma se non funziona che succede? Tanti segnali come lo spread sono negativi, c'è grande incertezza e le imprese frenano nei loro investimenti. La Fondazione Nordest ha dato indicazioni forti, c'è un Veneto che è in ritardo, dobbiamo recuperare terreno renderci più competitivi, servono per esempio più scuole di specializzazione: noi puntiamo per esempio sul Cuoa».

«Quella di Tria è stata una lezione da professore decontestualizzata con un giudizio sull'Europa scolastico - osserva Michelangelo Agrusti, presidente di Unindustria Pordenone - qua rischiamo di perdere i soldi europei della Tav e le imprese in parte stanno frenando gli investimenti. C'è troppa incertezza. Personalmente spero che l'esperienza di questo governo non duri molto». Sulle spine anche gli artigiani. «La relazione di Tria preoccupa perché conferma indirizzi di governo che per noi sono negativi - afferma Agostino Bonomo, presidente della Confartigianato del Veneto - fare sviluppo con l'assistenzialismo è insostenibile. Da anni è bloccato il turn over nel pubblico impiego e ora si vuole sbloccarlo, e il Decreto Dignità ha creato ulteriori problemi per i privati che vogliono assumere».
M.Cr.
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Il Gazzettino