«Il vero obiettivo adesso è arrivare ad aggiornare l'attuale vaccino anti-Covid.

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«Il vero obiettivo adesso è arrivare ad aggiornare l'attuale vaccino anti-Covid. Sostanzialmente come succede per l'influenza stagionale. Anzi, questo virus sta dimostrando di...

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«Il vero obiettivo adesso è arrivare ad aggiornare l'attuale vaccino anti-Covid. Sostanzialmente come succede per l'influenza stagionale. Anzi, questo virus sta dimostrando di mutare in modo ancora più veloce. Solo con gli aggiornamenti del vaccino sarà possibile proteggersi al meglio da tutte le eventuali nuove varianti». A parlare è Roberto Rigoli, il padre dei tamponi rapidi per il coronavirus. L'attuale direttore sociosanitario dell'Usl trevigiana, per più di un anno in prima linea contro l'epidemia nella veste di guida del centro di Microbiologia di Treviso e di coordinatore di tutti e 14 i laboratori della regione, traccia l'orizzonte dopo la conferma del primo caso di Omicron in Veneto, la variante che ha colpito un vicentino di 40 anni rientrato da un viaggio di lavoro in Sudafrica.

Dottor Rigoli, si arriverà a fare un richiamo all'anno contro il Covid, come per l'influenza stagionale?
«Questo virus ci sta riservando mille sorprese. Ma è probabile che alla fine il sistema di protezione venga sviluppato proprio in questo modo. A causa del progressivo calo degli anticorpi e del possibile insorgere di nuove varianti, l'efficienza del vaccino si riduce. Per questo sono necessari gli aggiornamenti. Esattamente come si fa già per l'influenza stagionale».
La provincia di Treviso sta registrando il maggior incremento di contagi a livello regionale. Come si spiega davanti a una copertura vaccinale con ciclo completo arrivata a quota 82,9% tra i quasi 800mila trevigiani vaccinabili (over 12)?
«Abbiamo sempre detto che il vaccino non è l'unica soluzione. È una delle armi più importanti a nostra disposizione, ma bisogna usare anche le altre. Mi riferisco alle mascherine, all'igienizzazione delle mani e alla necessità di evitare gli assembramenti: sono misure che non potranno essere messe da parte fino a quando il virus continuerà a circolare in modo importante».
Il 20% dei contagiati oggi ha meno di 19 anni. Come stanno andando invece le cose nelle case di riposo?
«Al momento non abbiamo nessun positivo tra gli ospiti anziani. È l'unico aspetto che in questo periodo ci fa tirare un sospiro di sollievo».
Gli ospiti delle Rsa hanno già ricevuto la terza dose anti-Covid (a Treviso sono oltre 5mila). È la conferma sul campo dell'importanza del richiamo aggiuntivo?
«Si, siamo davanti alla conferma empirica che la terza dose fa il proprio lavoro, aumentando la protezione. Abbiamo fatto bene a concentrarci subito sugli anziani, che sono le persone più esposte in caso di contagio. Con questa operazione di fatto abbiamo messo in sicurezza le strutture più a rischio».

Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino