Il titolare dell'azienda: «Non ho l'obbligo di fare indagini»

Il titolare dell'azienda: «Non ho l'obbligo di fare indagini»
ESTE Dopo l'incidente dello scuolabus ad Arquà Petrarca, sono in molti a puntare il dito contro la Seaf di Este, l'azienda che ha di fatto assunto Deniss Panduru. Respinge tutte...

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ESTE
Dopo l'incidente dello scuolabus ad Arquà Petrarca, sono in molti a puntare il dito contro la Seaf di Este, l'azienda che ha di fatto assunto Deniss Panduru. Respinge tutte le accuse il titolare Rodolfo Pasqualotto, che l'altro pomeriggio, subito dopo l'incidente, ha raggiunto i tornanti del Sassonegro, per rendersi conto di persona della situazione.

«L'avevo preso a lavorare una quarantina di giorni fa, per un paio di mesi complessivi, e aveva tutti i documenti in regola. assicura Non ho mica l'obbligo di fare indagini sul suo conto, o su quello degli altri autisti. Come potevo sapere, ad esempio, che gli era stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza nel 2017? Che poi, a ben vedere, un giudice gliela aveva ridata, rendendolo idoneo al servizio. Ma a questo non ci pensa nessuno. La ditta non c'entra davvero nulla con quanto successo». Rodolfo Pasqualotto ha sottolineato di avere alle sue dipendenze diversi lavoratori dell'Est. «Tra i lavoratori ci sono anche albanesi e altri romeni. puntualizza Ma questo cosa vuol dire? Non c'è mai stato alcun tipo di problema prima». La decisione presa dal Comune di Arquà, insieme ai Comuni di Baone e di Cinto Euganeo, di revocare l'appalto alla ditta per la gestione del servizio di trasporto scolastico amareggia il signor Pasqualotto. «Sono sempre stato aperto al dialogo con il Comune e in questi anni non ci sono stati problemi. afferma Credo e spero che alla fine ritireranno questa revoca, che mi sembra un atto dovuto visto il momento, ma che concretamente non ha ragione d'essere: farebbero fatica a metterla in atto. Lunedì (domani, ndr), comunque, ho un appuntamento con i sindaci per parlare proprio di questo».
Rodolfo Pasqualotto continua: «Per fortuna i ragazzi stanno bene, questa è la cosa più importante. Ma quanto capitato è grave, lo capisco benissimo. Comprendo anche la rabbia delle madri, alcune delle quali sono particolarmente dure nell'esprimere i propri giudizi contro di noi. Detto questo, mi dispiace vedere tanto accanimento nei nostri confronti. Chi ci accusa non sa quali difficoltà hanno oggi le imprese».

L'imprenditore si lancia poi in una riflessione sulla figura di Deniss Panduru. «L'autista ha sbagliato a non fermarsi, su questo non ci piove. dice Così facendo ha anche aggravato la sua posizione. Mi sorprende tutto quello che è venuto fuori su di lui. Devo dire che quando veniva in autorimessa era un uomo normale, a tratti piacevole. Se ne stava un po' sulle sue, ma con me parlava. Ogni tanto mi telefonava. Una settimana fa, all'incirca, lui era in macchina, parcheggiato dentro alle strisce, in modo assolutamente regolare, a una distanza di circa 200, 300 metri dalla nostra autorimessa. Ad un certo punto un'altra auto, facendo un sorpasso, lo ha centrato in pieno e lui ha sbattuto la testa sul vetro. L'ho soccorso, si è sistemato un attimo. Poi lui, come niente fosse, ha prestato servizio. Alla sera, rientrato a casa, mi ha chiamato per ringraziarmi di averlo aiutato. Un gesto che mi ha sorpreso e che altri non avrebbero fatto. Capite? Come avrei potuto pensare che una persona così potesse tramutarsi in un'altra?».
Ca.B.
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Il Gazzettino