Il sospetto: ordigno allo stadio qualche giorno prima della gara

Il sospetto: ordigno allo stadio qualche giorno prima della gara
(Segue dalla prima pagina) ...non particolarmente pericolosi, e per poco non ci scappa il morto. Nell'ultima direttiva emessa...

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...non particolarmente pericolosi, e per poco non ci scappa il morto. Nell'ultima direttiva emessa dall'Osservatorio nazionale sul calcio riguardo alle gare che si giocheranno fino al 30 aprile, la partita Torino-Juve era considerata a rischio 3, tanto che non è stata neppure citata tra quelle per le quali era necessario prendere provvedimenti particolari. Il Viminale ha mandato 200 uomini da Roma che, aggiunti ai 200 messi sul campo delle forze di polizia locali, hanno arginato scontri e rappresaglie fuori dallo stadio. Dentro, però, è successo il finimondo. Dov'è che il sistema ha fatto acqua? «Non c'è stata alcuna falla - spiegano gli addetti ai lavori - È impossibile monitorare tutto quello che passa all'ingresso. Ci vorrebbero ore. Gli ultrà riescono a far entrare petardi e bombe carta infilandoli nei pantaloni, nelle scarpe e persino nei panini».
L'ipotesi di un flop, dunque, non piace proprio agli esperti del ministero dell'Interno. E allora il discorso si sposta su possibili connivenze, su debolezze da parte delle società che non sembrano avere la voglia di prendere posizioni drastiche con le loro tifoserie. Tutto questo mentre la polizia ricorda la campagna di sensibilizzazione che sta portando avanti da tempo. È di qualche giorno fa l'incontro con gli studenti dell'università La Sapienza del capo della Polizia, Alessandro Pansa, e dei due allenatori della Roma e della Lazio, Rudy Garcia e Stefano Pioli. Vivere lo stadio: una passione a rischio? il titolo del dibattito. Grandi assenti, per l'appunto, Federazione e società. Mentre Pansa ribadisce: «Non è normale vivere la singola partita di calcio come se fosse una battaglia campale. Bisogna separare il mondo del calcio da quello della criminalità. Dobbiamo trasmettere valori positivi ai giovani affinché questo sport torni a essere solo ed esclusivamente una passione».
Nel frattempo, il bollettino di guerra fa registrare nuovi caduti sui campi di calcio, nuovi episodi di cui vergognarsi, visto che la notizia degli scontri nel derby piemontese ha trovato ampio spazio sui siti dei maggiori quotidiani europei. In questo caso, poi, gli investigatori non escludono che la bomba carta sia stata portata all'Olimpico di Torino qualche giorno prima della partita. «Molti stadi - spiega un investigatore - sono aperti durante la settimana, perché ci sono degli uffici. Si pensi che a Catania lo stadio ha i bagni in comune con il mercato. Insomma, chiunque potrebbe aver fatto entrare la bomba e averla nascosta in un posto non facilmente individuabile». A tale proposito viene ricordato un episodio avvenuto di recente a Pescara. Durante le operazioni di bonifica che precedono la partita, la Questura è riuscita a evitare il peggio per un soffio individuando due bombe carta che erano fissate sotto le sedie. «Le misure sono efficaci - considera un esperto del Viminale - ma da sole non bastano. Non possiamo continuare a stringere facendo passi indietro rispetto all'Europa. Quello che sarebbe fondamentale è che i presidenti, gli allenatori, avessero il coraggio di assumere posizioni forti».

Cristiana Mangani
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Il Gazzettino