Il sogno è sfumato ma la festa continua

Il sogno è sfumato ma la festa continua
LA PARTITABELLUNO La partita è finita, la Francia è campione del mondo, ma la Croazia esce a testa alta dallo stadio Luzniki di Mosca e per il mondo croato bellunese è festa...

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LA PARTITA
BELLUNO La partita è finita, la Francia è campione del mondo, ma la Croazia esce a testa alta dallo stadio Luzniki di Mosca e per il mondo croato bellunese è festa ugualmente. Si sono ritrovati a Pirago al centro don Francesco Cassol in tantissimi ieri pomeriggio. Intere famiglie, giovani rigorosamente in maglia a scacchi bianco e rossa, ma non solo croati, anche amici serbi, bosniaci, macedoni e tanti italiani davanti al maxi schermo predisposto per l'occasione a tifare la nazionale di questo piccolo grande Stato dell'ex Jugoslavia.

I TIFOSI

«Per noi arrivare in finale è già stato un grande successo. Peccato aver perso, ma va bene lo stesso, I giocatori sono stati eccezionali e ci hanno messo un grande cuore. I canti e l'atmosfera che si è creata qui oggi anche dopo il fischio finale testimonia l'emozione e la felicità di tutti noi» è il commento a caldo del presidente della Comunità Italo-Croata di Belluno, Renato Manarin, nato a Pakrac, di origini ertane e dal 1991 qui in provincia. Manarin ha preso il posto del longaronese Vlado Ciciliot (anche lui presente a tifare) e vuole dare ancora più impulso alla comunità con l'aiuto del vice Mario Nozaric e di un gruppo di persone che vogliono avere un ruolo sempre più importante all'interno della società bellunese. Al momento i croati di origine italiana sono quasi 300, per lo più arrivati nell'area longaronese nel corso della drammatica guerra dei primi anni Novanta da paesi come Kutina, Pakrac, Lipik, città fondate proprio da longaronesi oltre un secolo fa. Una sorta di emigrazione al contrario. Il fratello di Mario Nozaric, Ivan gioca nel campionato Csi di calcio con il Chies. «Sono arrivato a Longarone il 17 settembre del 1991 quando avevo cinque anni e mio fratello dieci mesi per fuggire dalla guerra. Con i miei genitori ci siamo subito inseriti bene nella comunità locale dove siamo stati accolti nella maniera migliore. Ora vivo a Ponte nelle Alpi, tra poco diventerò papà e sono davvero felice. Oggi per noi, anche se abbiamo perso, è una giornata speciale. Tutte queste persone che tifavano per noi. Abbiamo vissuto emozioni indimenticabili». Ha sofferto, quasi pianto, ma è lo stesso felice Valentino Ahmetovic. Vive a Belluno da quando aveva due anni, ha giocato nel Fortogna e nell'Ospitale. «Ci abbiamo messo il cuore e per noi è fantastico lo stesso. Per un Paese grande come la Puglia aver raggiunto la finale del campionato del mondo di calcio è qualcosa di incredibile. Questa giornata la porterò per sempre nei miei ricordi. Aver cantato e festeggiato alla fine della partita tutti insieme, nonostante la sconfitta, è difficile da spiegare». Sinisa Aleksic è di Longarone ed ha allenato diverse squadre di calcio a cinque in provincia. «Ci siamo andati vicini. Abbiamo giocato complessivamente meglio della Francia, ma non è bastato. Nelle finali ci vuole anche un po' di fortuna che noi purtroppo oggi non abbiamo avuto. Resta comunque un super mondiale da parte di un piccolo grande Paese come la Croazia». Caroselli di macchine con bandiere croate, trombe, sciarpe lungo le vie di Longarone sono proseguiti fino a sera ...e ci viene da chiederci...ma se la Croazia avesse vinto il mondiale cosa sarebbe successo? Grazie Croazia per aver fatto vivere a tante persone un sogno che ha portato tanta gioia lo stesso.
R.P.
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Il Gazzettino