IL RITORNO PORDENONE Sono da poco passate le nove quando il lungo braccio blu

IL RITORNO PORDENONE Sono da poco passate le nove quando il lungo braccio blu
IL RITORNOPORDENONE Sono da poco passate le nove quando il lungo braccio blu della gru, disteso verso via Beato Odorico, inizia a sollevarsi. Poi la statua di San Giorgio e il...

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IL RITORNO
PORDENONE Sono da poco passate le nove quando il lungo braccio blu della gru, disteso verso via Beato Odorico, inizia a sollevarsi. Poi la statua di San Giorgio e il drago viene afferrata e, sotto gli sguardi attenti di un centinaio di spettatori e di tanti telefonini impegnati a riprendere la scena, si solleva fino alla cima del campanile. Pochi minuti dopo le dieci si può dichiarare compiuta la spettacolare operazione di riposizionamento dell'opera, a poco più di tre anni dalla sua rimozione. Ora San Giorgio rimarrà al suo posto per un altro mezzo secolo almeno, il tempo previsto dai restauratori prima che si renda necessario un nuovo intervento importante. Fatte salve però le manutenzioni, da effettuare suppergiù ogni dieci anni.

TRE ANNI FA
Era il 10 maggio del 2016 quando altrettanta curiosità aveva destato la discesa di San Giorgio, resa necessaria dalle condizioni di degrado scoperte dopo che si era dovuti intervenire in cima al campanile in seguito alla rottura di un perno della campana maggiore, quella di Santa Maria Assunta. A dirigere tutte le operazioni, ieri come tre anni fa, è stato Sergio Dell'Anna, che così ricostruisce la storia dell'opera: La statua era già stata rifatta nel 1961, copiando fedelmente il modello originario del 1914. La struttura portante interna che oggi è stata realizzata in acciaio inox era allora in ferro nero. La statua che ieri è stata sollevata e portata in cima al campanile è alta circa sei metri e pesa otto quintali e mezzo. Per ricollocarla al suo posto, a circa 62 metri di altezza, all'interno della struttura sono state saldate quattro barre filettate in acciaio inox sporgenti fermate mediante bulloni, con i quali è stata fissata anche una guaina in neoprene, che grazie alla sua elasticità servirà a garantire il perfetto appoggio della statua alla base della sfera.
SICUREZZA
Fondamentale per la buona riuscita dell'operazione e per la sua sicurezza, il particolare ponteggio, realizzato già nel 2016 e che in seguito è stato mantenuto in condizioni di efficienza proprio per poterlo riutilizzare oggi. Ad accompagnare la statua al suo posto sono state quattro persone, salite in cima al campanile per fissarla: un gruista, Fabio Comelli della Metal Comelli che ha realizzato le parti metalliche della struttura interna e due dipendenti dell'impresa Bomben. A terra, altre decine di persone - ma fra loro nessun politico o amministratore - hanno seguito il volo di San Giorgio e il drago con lo sguardo e con telefonini e macchine fotografiche, chiamando con toni familiari la statua per poterla riprender meglio: Girati Giorgio, girati. Seguiranno, nei prossimi giorni, le ultime operazioni di risistemazione.
QUARTA FASE

Nessuna data, neppure ipotetica, per la partenza della quarta fase dei lavori, che attendono di essere finanziati. Ed è stata una giornata di grande soddisfazione, naturalmente, anche per il parroco monsignor Roberto Laurita. La presenza di San Giorgio sulla sommità della torre campanaria - commenta - è un punto di riferimento per tutti i credenti, che sanno così che le forze del male non prevarranno. Questa statua fa pendant con lo stemma della città di Pordenone, le porte aperte che sono simbolo di una città aperta, accogliente, operosa, solidale e con la certezza che vale la pena impegnarsi.
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino