IL RICORDO Per l'uno, le Ville Venete, per l'altro l'identità di un mondo

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IL RICORDOPer l'uno, le Ville Venete, per l'altro l'identità di un mondo contadino in via di scomparsa sotto l'impeto dell'industrializzazione e la sua persistenza nelle...

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IL RICORDO
Per l'uno, le Ville Venete, per l'altro l'identità di un mondo contadino in via di scomparsa sotto l'impeto dell'industrializzazione e la sua persistenza nelle comunità di emigranti. Pur in campi e in forme diverse, Giuseppe Mazzotti e Ulderico Bernardi hanno dedicato gran parte della propria attività professionale - di più: della propria vita - alla riscoperta, alla conoscenza e alla valorizzazione di aspetti peculiari della civiltà veneta. E ora che il sociologo si è spento, l'altro ieri, a 84 anni (domani alle 10, i funerali, nella chiesa di San Nicolò a Treviso, dove viveva), viene naturale accostarlo allo scrittore, critico d'arte e divulgatore, scomparso ormai quarant'anni fa. Anzi, per Roberto De Martin, attuale presidente del premio intitolato a quest'ultimo, la consonanza tra la due figure va ben oltre la comune origine trevigiana: «Bernardi è stato un autentico erede di Mazzotti, interpretandone e riassumendone tutti gli interessi». Al Premio letterario Gambrinus Giuseppe Mazzotti e alla sua associazione, del resto, lo studioso della cultura e dell'emigrazione veneta è stato molto legato: presidente per due mandati, dal 2011 al 2017, e a lungo componente della giuria, Bernardi ha rappresentato nell'evoluzione del riconoscimento una pietra miliare e il suo contributo in ambito sociologico e antropologico è stato fondamentale. Due anni fa, l'ultima collaborazione pubblica: la presentazione del suo libro Treviso o cara..., in occasione dell'assemblea dei soci nella cornice del Parco Gambrinus a San Polo di Piave. «Con i suoi studi Bernardi ha indagato e approfondito tutti gli aspetti cari al nostro Premio ed ha interpretato e riassunto i molteplici ambiti a cui Bepi Mazzotti dedicò la propria esistenza. È stato un autentico Mazzotti contemporaneo, per riprendere la denominazione dell'ultimo riconoscimento istituito in seno al Premio, dando seguito con dedizione ed entusiasmo alle passioni di Bepi», sottolinea ancora De Martin, ricordando, proprio nella giornata dell'ufficializzazione del consiglio della rinata Fondazione Mazzotti, il ruolo di presidente del comitato scientifico ricoperto per numerosi anni.

IL LAVORO

Ma il contributo di Bernardi ha spaziato in molti ambiti della ricerca umanistica e della saggistica. Lo sintetizza anche il governatore Luca Zaia: «È stato un grande studioso della nostra società ma prima ancora è stato un veneto di rilievo che, nell'appartenenza a questa terra, ha sempre trovato motivo per approfondire la nostra storia e le nostre tradizioni». Laureato in Economia e commercio a Venezia e poi in Sociologia a Trento, a Ca' Foscari era tornato come docente della seconda materia, in cattedra dal 1979 fino al 2007. «Con la morte di Ulderico Bernardi - afferma la rettrice Tiziana Lippiello - perdiamo un grande studioso della cultura e delle tradizioni popolari del Veneto: un sociologo originale, un divulgatore attento e coinvolgente, capace di raccontare attraverso chiavi di lettura mai banali il rapporto fra tradizione e mutamenti della società. Ha sempre mostrato grande attenzione per il territorio veneto e trevigiano in particolare, cui era profondamente legato».
M.Z.
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Il Gazzettino