IL RESTAURO BELLUNO Intanto, ad avere nuova vita, sarà la pala d'altare

IL RESTAURO BELLUNO Intanto, ad avere nuova vita, sarà la pala d'altare
IL RESTAUROBELLUNO Intanto, ad avere nuova vita, sarà la pala d'altare che rappresenta la Vergine e il bimbo in trono. Una tela databile tra 1590 e 1597, a firma del pittore...

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IL RESTAURO
BELLUNO Intanto, ad avere nuova vita, sarà la pala d'altare che rappresenta la Vergine e il bimbo in trono. Una tela databile tra 1590 e 1597, a firma del pittore veneto Antonio Cicogna. Per il restauro, atteso da anni, si farà festa. Anzi una festa dentro la festa, visto che l'inaugurazione è fissata per le 17 di sabato 31 agosto, all'interno della tradizionale manifestazione che la parrocchia organizza a fine agosto.

LA CHIESA DI PAPA GREGORIO
La chiesetta, dedicata ai santissimi Filippo e Giacomo, è nota in quanto era la cappella della famiglia Cappellari della Colomba che diede i natali a Bartolomeo, primo papa bellunese con il nome di Gregorio XVI. Una ventina di anni fa c'era stato un intervento di restauro su tetto e sul campanile a vela, grazie all'interessamento della sezione di Belluno di Italia Nostra. Poi anni di abbandono. Al limite del degrado. A raccontare i particolari del lavoro a livello artistico saranno, il 31 agosto, le voci d i Mariangela Mattia, la restauratrice a cui è stata affidata la tela danneggiata, e Marta Azzalini, storica dell'arte.
OBIETTIVO: APRIRE AL PUBBLICO A spiegare l'operazione di recupero che ha un costo di 8mila euro, nella sua prima tranche è fra' Sandro Periotto, parroco di Santa Maria Immacolata di Mussoi. L'obiettivo finale è ambizioso: «Aprire la chiesetta al pubblico, facendola rientrare nel percorso di visite che coinvolgono i luoghi d'arte della città. Se vedremo che c'è interesse e frequentazione, allora nei prossimi anni andremo avanti, passo a passo». Frate Sandro crede nella valorizzazione della chiesetta: «Ne ho già parlato con don Giacomo Mazzorana dell'Ufficio diocesano per i Beni culturali e con l'assessore alla cultura, Marco Perale». Tutto è da vedere, però Il cappuccino tiene a puntualizzare il suo pensiero: «Se da una parte non è bene lasciar deperire i manufatti artistici, dall'altra, dovendo investire, è doveroso pensare più ai bisogni delle persone che ai muri».
PAGA LA CASSA PARROCCHIALE
L'invito, su progetti a lungo termine, è alla prudenza. Frate Sandro sa che il preventivo per il recupero totale, compresa la struttura architettonica, ammonta a 22mila euro. «Intanto partiamo con il restauro della pala. In futuro si potrà procedere pian pianino, in base alle finanze che abbiamo e che riusciremo a introitare, magari con fondi europei». Di certo il recupero ha solo significato artistico (Non ha senso dal punto di vista liturgico, visto che si trova difronte alla chiesa parrocchiale). Tutte le spese sono a carico della parrocchia. Lo dice frate Sandro: «L'idea è nata in seno al Consiglio economico, su sollecitazione di un membro, Francesco Azzalini. In cassa c'erano i soldi. Bastavano per le spese gestionali, per i pagamenti delle bollette, per il materiale di cancelleria, ed anche per pensare alla pala d'altare». Ora il progetto, grazie all'impegno di alcuni parrocchiani, è di tenere aperta la chiesetta alla domenica mattina.
DON MAZZORANA

«La chiesetta potrebbe rientrare effettivamente in itinerari di turismo religioso, sia in relazione dei manufatti artistici, sia per la storia bellunese e veneta che racconta è il parere di don Giacomo Mazzorana che è pure presidente del Comitato scientifico del Museo diocesano di Feltre sotto la Serenissima, infatti, la chiesetta era meta di un processione di carattere civile, con tanto di rettore in testa».
Daniela De Donà
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Il Gazzettino