IL PROGETTO TREVISO La facoltà di Medicina all'ex Distretto Militare: l'idea

IL PROGETTO TREVISO La facoltà di Medicina all'ex Distretto Militare: l'idea
IL PROGETTOTREVISO La facoltà di Medicina all'ex Distretto Militare: l'idea piace molto alla Regione, moltissimo al presidente Luca Zaia. E questo, oltre ad aprire scenari...

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IL PROGETTO
TREVISO La facoltà di Medicina all'ex Distretto Militare: l'idea piace molto alla Regione, moltissimo al presidente Luca Zaia. E questo, oltre ad aprire scenari inaspettati, spiega anche molte cose, tra cui l'interesse dimostrato dall'Usl 2 per i progetti legati al grande complesso in riva al Sile. Lo stesso Zaia ammette: «Quella dell'ex Distretto Militare è un'opportunità che stiamo valutando». Di più non aggiunge ma il messaggio è chiaro: il governatore vede di buon occhio l'arrivo a Treviso di una facoltà non solo prestigiosa, ma perfettamente funzionale al progetto che ormai si va costruendo da anni, far diventare la Marca un polo sanitario d'eccellenza e completo. «Che la nostra sanità sia di qualità è già sotto gli occhi di tutti - osserva il governatore - e ci piace molto anche l'idea di far crescere l'offerta universitaria. Non dimentichiamo che nella Marca ci sono già setto o otto cliniche universitarie, quindi di fatto Medicina c'è già. Mettere assieme queste esperienze significa crescere ulteriormente».

L'OBIETTIVO
Tutto quindi torna all'ex Distretto Militare, il complesso messo in vendita dalla Fondazione Cassamarca. Zaia non parla, ancora, di acquisto ma non nasconde nemmeno un certo interesse: «Stiamo valutando l'ex Distretto - ammette - e consideriamo anche che, a breve, avremo la necessità di interfacciare i servizi legati alla formazione con il nuovo ospedale, che tra un anno spero sia, non dico concluso, ma quasi. A Treviso avremo quindi un grande ospedale universitario dove troverà posto anche l'università». E queste parole si sposano alla perfezione con il mandato conferito ai vertici dell'Usl trevigiana, incaricati di trovare uno spazio adeguata per i corsi legati a Medicina sparsi per il territorio. Si parla dei corsi di laurea per infermieri e tecnici di laboratorio e del quarto, quinto e sesto anno di Medicina oggi distribuiti tra le sale dell'Ordine dei Medici, della chiesa Votiva e dell'istituto Emiliani. L'università di Padova, soddisfatta del numero di studenti e dei dati in continua crescita, ha chiesto però all'Usl di migliorare la situazione logistica anche per facilitare il lavoro dei docenti. E i lavori sono in corso. Attualmente le direttive arrivate da Venezia, da cui l'Usl dipende, prevedono solo l'affitto di una sede congrua, non troppo lontana dal Ca' Foncello e possibilmente dentro le Mura cittadine. L'Usl ha quindi provato a bussare alle porte del Seminario, ma senza successo. Adesso ha messo gli occhi sull'ex Distretto, ben sapendo che si tratta di una faccenda molto complicata: «Il mandato è quello di affittare, non di comprare», specificano di villa Carrisi. Un eventuale cambio di rotta potrà essere deciso solo dalla giunta regionale. E l'apertura di Zaia può essere un segnale che si comincia a fare sul serio. «Ho sempre detto che la formazione universitaria per quanto riguarda Medicina è molto importante - chiarisce Zaia - a Treviso abbiamo già realtà di un certo peso e se trovassimo il modo di raggrupparle, non sarebbe male. Ci stiamo ragionando. Medicina ha già diversi corsi nella Marca ma, con l'occasione giusta, si potrebbe tranquillamente ripetere l'operazione già fatta a suo tempo con Giurisprudenza».
LA STORIA
E con una postilla in più: Giurisprudenza, fortemente voluta agli inizi degli anni Duemila dall'ex presidente della Fondazione Cassamarca Dino De Poli, venne calata in una realtà forse non ancora pronta. Nel corso degli anni la situazione è però cambiata e adesso i corsi di Legge, sapientemente rimodellati per rispondere alle necessità del tessuto produttivo e imprenditoriale, sono ben collegati al mondo del lavoro trevigiano.
LO SCENARIO

Medicina invece sarebbe il completamente di un progetto iniziato con la cittadella sanitaria. Dopo il profondo maquillage in atto al Ca' Foncello, che lo farà diventare ospedale di riferimento non solo per la Marca ma per l'intera regione, passare alla formazione universitaria è un passo praticamente automatico. Per questo sia in Regione che al Bo stanno ragionando sull'opportunità di raggruppare quanto già si fa nel territorio e portare a Treviso anche tutti e sei gli anni del corso di laurea e poi sfruttare il Ca' Foncello e i servizi della cittadella per le specializzazioni. In questo modo formerebbe un asse con Padova, dove l'ospedale universitario è una realtà a riconosciuta livello nazionale già da molto tempo. In tutto questo ci sono ancora parecchie variabili da considerare: il valore dell'ex Distretto e l'investimento necessario per riqualificarlo, le esigenze della Fondazione Cassamarca e quelle del Comune di Treviso, gli obiettivi del Bo. Per arrivare al traguardo tutto dovrà incastrarsi perfettamente.
Paolo Calia
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Il Gazzettino