IL PROGETTO PADOVA Una delegazione della Cgil si è recata ieri in visita

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IL PROGETTOPADOVA Una delegazione della Cgil si è recata ieri in visita al carcere Due Palazzi nell'ambito del progetto nazionale Dentro e fuori a metà, iniziativa che vuol...

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IL PROGETTO
PADOVA Una delegazione della Cgil si è recata ieri in visita al carcere Due Palazzi nell'ambito del progetto nazionale Dentro e fuori a metà, iniziativa che vuol fotografare lo stato della polizia penitenziaria e dei detenuti. Con Serena Sorrentino della segreteria nazionale hanno verificato la realtà del due Palazzi Salvatore Morgante, Alessandra Stivali, Gianpiero Pegoraro.

La delegazione ha avanzato alcune richieste alla direzione, tra le altre il potenziamento della sorveglianza elettronica, implementazione delle telecamere e apertura delle celle e degli uomini sempre sotto-organico. Inoltre sono state rilevate carenze nelle attività dei detenuti, ricordando che per i detenuti che non lavorano è più facile veder aumentare lo stress e le tensioni. Un mix che spesso porta alle aggressioni dei detenuti nei confronti delle guardie.
Nel carcere cittadino sono impiegati 300 agenti, 200 in servizio nella casa di reclusione ed un centinaio distaccati in altri servizi. Una situazione che la Cgil spera possa migliorare con il nuovo anno e l'entrata in servizio di altri agenti.

Storico inoltre, è stato ricordato ieri, il sovraffollamento del Due Palazzi: 570 persone pur essendo strutturato per 400. «Una situazione che pregiudica la vivibilità di detenuti e agenti - sottolinea Sorrentino -. Ci sembra inoltre che questo governo non vada verso l'implementazione degli operatori civili come, ad esempio, educatori, mediatori culturali e psicologi. Molti detenuti stranieri presentano problemi psichici. Al di là del sovraffollamento a Padova ci sono due sezioni dove i detenuti non lavorano, alcune attività sono state rallentate o bloccate dopo il cambio del direttore avvenuto circa un anno fa - chiude Stivali -. È stata sospesa l'attività dei mediatori culturali per mancanza di erogazione di fondi da parte del comune. Figura questa molto importante perché tanti detenuti non parlano italiano e a tutti i problemi si aggiunge l'impossibilità di comunicare».
Luisa Morbiato
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Il Gazzettino