IL PRIMATISTA ROVIGO Non canta ancora vittoria Cristiano Corazzari. Dice che

IL PRIMATISTA ROVIGO Non canta ancora vittoria Cristiano Corazzari. Dice che
IL PRIMATISTAROVIGO Non canta ancora vittoria Cristiano Corazzari. Dice che «il meccanismo dei resti è strano» e ricorda ancora molto bene ancora cosa è successo nel 2015 al...

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IL PRIMATISTA
ROVIGO Non canta ancora vittoria Cristiano Corazzari. Dice che «il meccanismo dei resti è strano» e ricorda ancora molto bene ancora cosa è successo nel 2015 al compagno di partito Stefano Falconi. Il rosolinese, infatti, a poco dalla fine dello scrutinio era sicuro di andare a Venezia, nessuno aveva raggiunto il monte di preferenze che aveva ottenuto lui. Però, dopo il riconteggio, proprio per via della legge elettorale che ripartisce i seggi della provincia di Rovigo in base ai resti, è poi rimasto escluso dal consiglio regionale.

Nonostante tutto, però, l'ex assessore regionale Corazzari nasconde a stento il suo entusiasmo e lunedì sera, con lo spoglio elettorale ancora in corso, visto che la conta delle preferenze continuava a crescere, si è anche concesso un momento di relax in un bar della piazza centrale di Rovigo insieme agli amici per bere una birra. Così manca solo l'ufficialità, il primo storico sindaco non di sinistra di Stienta si aggiudica altri cinque anni a Venezia, alla corte di Luca Zaia. Corazzari è nato il 9 novembre 1975, lo stesso giorno di Alessandro Del Piero, campione della sua squadra del cuore, la Juventus, della quale non si perde una partita. È leghista dal 1992, nel 2007 è diventata avvocato. Nel 2010 ha vinto le prime elezioni regionali, salvo poi lasciare Venezia proprio per il successo alle Amministrative di Stienta del 2014. Nel 2015 è tornato a Venezia come assessore alla Cultura, allo Ssport e all'Urbanistica.
Nel 2015 lei ha ottenuto 1.231 preferenze nella lista Zaia. Quest'anno le ha quasi quintuplicate, come ci è riuscito?
«È il frutto di un operato di cinque anni. Il mio è stato un lavoro capillare sul territorio, mi sono messo a disposizione di tutti, del tessuto associativo, di quello imprenditoriale. Non ho guardato ai colori politici delle amministrazioni locali con le quali ho collaborato per portare risultati in Polesine e penso che il rapporto diretto con la gente abbia pagato».
Adesso, quali sono i suoi obiettivi?
«Bisognerà aspettare i risultati ufficiali, ma qualora avessi la possibilità di lavorare per il mio territorio, sia come consigliere o con un altro ruolo, il mio obiettivo è dare forza al Veneto e rappresentare il Polesine in modo adeguato, mettendo la mia esperienza al servizio della gente».
Sarà di nuovo assessore anche nel terzo mandato di Luca Zaia?
«Questo non lo so, dipende dal presidente. Però, qualsiasi ruolo abbia, consigliere o no, mi sento di fare parte di una squadra e con questo spirito l'impegno è di lavorare per la Regione e rappresentare il Polesine, un territorio che ha bisogno di essere valorizzato».
Ha già sentito Zaia?
«Ci siamo sentiti sulle nostre chat. Ha fatto a tutti noi i complimenti. Prossimamente ci sarà un'occasione a breve per sentirci non appena avremo i risultati ufficiali».
Come commenta il risultato anche delle altre liste?
«Mi sembra che abbiamo fatto tutti quanti un buon lavoro. Le liste Zaia Presidente e Veneta Autonomia sono diretta emanazione della Lega. Non dimentichiamo che la lista del presidente è fatta da leghisti Doc, che rappresentano il consenso per Zaia e della sua squadra. È stato fatto un risultato importante. Tutti i candidati hanno fatto una campagna corretta, ognuno ha tirato per l'obiettivo. Faccio a tutti i miei complimenti: a Ruggero, Cestari, Massaro, Schibuola, Giordani, Rinolfi, Marcomini, Zanghierato. Tutti hanno contribuito al risultato finale, perché da soli non si va da nessuna parte».
Lei siede anche nel consiglio comunale rodigino. Dopo questa rielezione a Venezia, rimarrà anche nel parlamentino di Palazzo Nodari?

«Questa è una valutazione che faremo insieme con il gruppo consiliare di Rovigo».
Alberto Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino