Il presidente Mantovani: ha sbagliato e ora rischia anche il posto di lavoro

Il presidente Mantovani: ha sbagliato e ora rischia anche il posto di lavoro
COOP NONCELLOPORDENONE Lo dice subito, il presidente della Coop Service Noncello, Stefano Mantovani, 57 anni: «I nostri soci sanno quello che devono fare e quello che non possono...

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COOP NONCELLO
PORDENONE Lo dice subito, il presidente della Coop Service Noncello, Stefano Mantovani, 57 anni: «I nostri soci sanno quello che devono fare e quello che non possono fare. Sono formati, informati e monitorati dal responsabile. Quindi se Travanut ha sbagliato pagherà e perderà il posto di lavoro. C'è la violazione del rappporto fiduciario, oltre all'accusa mossa nei suoi confronti». I soci della cooperativa sono 650, troppi perché Mantovani (che da dieci anni è al vertice della Noncello) possa conoscerli uno ad uno, ma l'arresto per corruzione di uno di loro ha creato non poco imbarazzo. L'ipotesi d'accusa prospettata dalla Procura è pesante: l'operatore dell'Ecopiazzola di via Savio avrebbe intascato delle piccole somme di denaro per permettere ad alcune persone di entrare nel sito e portare via quelli che sono considerati dei rifiuti. Una concessione che alcuni leggono positivamente, visto che c'è chi si porta via oggetti che qualcuno ha gettato. Ma è un reato. Come lo è intascare dei soldi quando si è pagati per controllare chi e cosa entra in un'ecopiazzola. Pure cosa esce dalla struttura.

«Il testo unico sui rifiuti è molto rigoroso, giustamente - prosegue Mantovani -. Ad oggi se porti una vecchia bicicletta, ma ancora funzionante e in buono stato nell'ecopiazzola, è un rifiuto. E da lì non può più uscire perché sarebbe un reato ambientale». E il presidente della Coop Noncello racconta di un progetto innovativo, già sperimentato e diventato realtà in molti Paesi del Nord Europa, sul quale stanno discutendo con l'amministrazione comunale. «Riciclerie, di questo parliamo. Stiamo studiando come crearle. E questo permetterebbe di rigenerare, riutilizzare, dare nuova vita a oggetti che non sono affatto rifiuti. Come la bicicletta che funziona ancora ma nessuno può più prendere». Mantovani guarda però al regolamento regionale e senza mezzi termini accusa: «È stato fatto un errore, proprio un errore. La norma prevede infatti che quello che prendi dalla ricicleria ti sia donato. Ma se non lo paghi è probabile che lo usi poco e poi lo getti nuovamente via. Se invece l'oggetto che ti porti via ha un costo, il rischio di ritrovarlo tra i rifiuti è minimo». Grandi aziende che producono elettrodomestici stanno già lavorando nell'ottica del riciclo e della rigenerazione. Una lavastoviglie o una lavatrice potrebbe avere nuova vita a costi minimi e quindi essere messa in vendita a prezzi vantaggiosi per gli acquirenti. Operazioni che significherebbero anche maggior tutela ambientale e conservazione dei posti di lavoro.

Susanna Salvador
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Il Gazzettino