Federica Mogherini è la candidata ufficiale dell'Italia per la Commissione Ue e per il posto di 'ministro degli Esteri' dell'Unione. Ma la partita delle nomine tra Roma e...
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Dopo aver raccolto i nomi dei candidati, per il capo della prossima Commissione la parte più difficile comincia però proprio ora. Uno dei principali ostacoli per formare una squadra che possa ottenere l'indispensabile via libera del Parlamento Ue è quello delle 'quote rosa'. Al momento le candidate commissarie sono solo quattro: oltre a Mogherini, la svedese Malmstrom, la ceca Jourova e la slovena Bratusek. Alle quali si potrebbero aggiungere la bulgara Georgieva e la belga Thyssen. Sempre poche rispetto alle nove che il presidente del Pe, Martin Schulz, ha indicato come soglia minima necessaria. Per questo Juncker si prepara a trattare con gli Stati - a cui potrebbe chiedere di sostituire le candidature inviate - ma solo dopo che il vertice del 30 agosto avrà messo un punto fermo su Mr o Lady Pesc e sui presidenti del Consiglio Ue e dell'Eurogruppo.
L'altro rompicapo che attende Juncker è quello della ripartizione dei portafogli. La corsa di Mogherini verso l'incarico di Lady Pesc è insidiata da Georgieva che, sebbene non ufficialmente candidata, Juncker gradirebbe di più, anche per placare le proteste dei Paesi dell'Est contro l'italiana che considerano troppo vicina alla Russia. L'ex premier lussemburghese fa anche sapere che la Commissione non riparerà ai torti che il Consiglio farà a qualche Paese il 30 agosto. Ovvero: chi pensa di trovare 'ricompense' in Commissione, con incarichi di peso, perché ha perso la corsa ai 'top-job', si sbaglia di grosso. «La Commissione non è un'officina», dice Juncker.
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Il Gazzettino