Il potenziamento dell'inceneritore ottiene il via libera ambientale

Il potenziamento dell'inceneritore ottiene il via libera ambientale
LA DECISIONEPADOVA Il Comitato tecnico regionale ha dato parere favorevole al progetto di potenziamento dell'inceneritore che però dovrà rispettare alcune limitazioni. Non è la...

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LA DECISIONE
PADOVA Il Comitato tecnico regionale ha dato parere favorevole al progetto di potenziamento dell'inceneritore che però dovrà rispettare alcune limitazioni. Non è la decisione finale che verrà presa da 27 rappresentanti di vari enti il 6 dicembre, ma è già un'indicazione da cui non si torna indietro.

La discussione sulla pericolosità del potenziamento che prevede la dismissione delle prime due linee e la costruzione di una quarta più moderna è dunque a un punto di svolta. Il Comitato infatti è l'organo tecnico scientifico della Regione che dà i pareri tecnici sui procedimenti di Valutazione di impatto ambientale, la Via.
I MIGLIORAMENTI
Il progetto nasce da Hestambiente e Regione che all'inizio volevano portare a 245mila le tonnellate da smaltire in un anno. Ovviamente facendo di Padova un centro di raccolta su scala veneta. Circostanza che ha fatto salire sugli scudi il consiglio comunale e la Giunta. Ebbene questa pressione ha prodotto i suoi frutti anche se non sono tutti quelli sperati. Nel documento del Comitato si riduce la potenza massima di smaltimento di 25mila tonnellate e oltre, formula poco chiara ma comunque va nel senso della mozione approvata in Consiglio. Secondo aspetto: non verranno bruciati nè Pfas nè rifiuti speciali. Terzo: l'impianto servirà anche per riscaldare il nuovo ospedale. Infine si dovrà fare un approfondito studio epidemiologico per saggiare le conseguenze sulla popolazione.
Non tutto è stato accolto, ad esempio lo studio dovrebbe essere fatto preventivamente e non dopo l'adeguamento. E soprattutto manca ancora il raccordo con il Piano regionale dei rifiuti che indichi chiaramente la quantità di rifiuti che si vogliono bruciare, visto che l'impianto è dichiarato strategico.
LE PROSPETTIVE
Sorregge però il fatto che il Comitato abbia ritenuto la proposta progettuale compatibile con l'ambiente e dunque approvabile da parte della Regione, a condizione che siano rispettate severe condizioni ulteriormente migliorative del progetto e ulteriori riduzioni degli impatti ambientali. 
In particolare, dice il Comitato, l'impianto dovrà ulteriormente ridurre le potenzialità di trattamento già autorizzate (per oltre 25.000 tonnellate/anno),  ridurre ulteriormente le emissioni in atmosfera anche rispetto alle Bat (migliori tecniche disponibili) di derivazione europea, migliorare le proprie performance energetiche e produrre calore per teleriscaldamento a favore dell'Ospedale di Padova (nonché, prospetticamente, di altri soggetti pubblici e privati dell'area patavina).
I LIMITI 
L'impianto, inoltre, non potrà bruciare rifiuti liquidi contenenti Pfas (inclusi i percolati di discarica) e neppure altri rifiuti recuperabili, che dovranno essere avviati a recupero secondo i principi dell'economia circolare aggiunge il Comitato. Sarà inoltre necessario un approfondito studio di epidemiologia ambientale realizzato, a spese del proponente, dall'Azienda Ulss 6 Euganea e dagli istituti universitari padovani, per escludere il verificarsi nel tempo di effetti sanitari dell'attività sull'area circostante. 
LE CONSEGUENZE

Il Comitato però vuole che sia un impianto strategico regionale e continuerà a ricevere i soli rifiuti urbani o decadenti dal ciclo dei rifiuti urbani, in attuazione e in coerenza con il Piano rifiuti regionale e con le sue future evoluzioni, che hanno fatto del Veneto un modello di eccellenza della gestione dei rifiuti a livello europeo, in termini di percentuali di raccolta differenziata e per i minimi quantitativi destinati a discarica e incenerimento.
Mauro Giacon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino