Il piano: pattugliamenti militari per riportare i barconi in Tunisia

Il piano: pattugliamenti militari per riportare i barconi in Tunisia
LA STRATEGIAROMA Esternalizzazione delle frontiere, è la parola chiave del piano che Matteo Salvini vorrebbe mettere in pratica insieme con l'accordo della Germania, dell'Austria...

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LA STRATEGIA
ROMA Esternalizzazione delle frontiere, è la parola chiave del piano che Matteo Salvini vorrebbe mettere in pratica insieme con l'accordo della Germania, dell'Austria e forse anche del Belgio. Una soluzione tentata da molti ministri prima di lui, ma che questa volta potrebbe trovare la spinta nella spaccatura forte all'interno della Ue. L'Italia vorrebbe la creazione di Campi di prima accoglienza nel Nord Africa, e in particolare in Tunisia, da dove gestire le richieste di asilo. Ma per poterlo fare deve garantire al paese africano molto denaro e assistenza. Anche perché entrerebbe in gioco con un ruolo particolarmente incisivo la Guardia costiera tunisina che avrebbe il compito, supportata anche dalla nostra, di riportare indietro i barconi intercettati nel Mediterraneo. Naturalmente resta prioritaria la Libia che, insieme al paese confinante, è quella dalla quale è partito il maggior numero di migranti. L'Unhcr già presente sul territorio insieme con l'Oim, definisce la situazione molto preoccupante, con circa 700 mila migranti chiusi nei centri di detenzione, molti dei quali non controllati dal governo, ma dalle milizie. Con condizioni di vita disastrose.

BLOCCO DEI FONDI
Tutti progetti che l'Italia aspira a realizzare grazie a un aumento dei fondi destinati all'Africa. E per questa ragione sta esercitando pressioni sulla Ue e sta minacciando di non garantire la parte di finanziamento al piano di contenimento gestito da Ankara per non soffocare la Grecia.
Nel frattempo, si fa avanti un'altra ipotesi per il controllo del Mediterraneo, ed è una missione militare simile a quella adottata per l'operazione anti-pirateria in Somalia. Una missione che già esiste ed è denominata Sophia che, fino a questo momento, si era limitata ad addestrare la Guardia costiera libica e a portare soccorso ai barconi. Per poter fare il salto nell'operazione, Sophia ha però bisogno del via libera del Consiglio di sicurezza dell'Onu o, in alternativa del governo di Tripoli.
Ieri, intanto, Salvini ha riferito in Senato sull'Aquarius ed è tornato al Viminale per presiedere la riunione del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica con i vertici di forze di polizia e servizi: c'è attenzione alla radicalizzazione dei detenuti e un monitoraggio dei grandi eventi estivi. «Ma voglio tranquillizzare gli italiani - ha dichiarato - abbiamo ottime forze dell'ordine che fanno bene il loro lavoro».

Cristiana Mangani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino