IL PIANO PADOVA La voce più importante, che si aggiudica 1 milione e 90

IL PIANO PADOVA La voce più importante, che si aggiudica 1 milione e 90
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IL PIANO
PADOVA La voce più importante, che si aggiudica 1 milione e 90 mila euro dell'intera torta, riguarda l'attività di prevenzione degli incendi. Poi, una dietro l'altra, il resto delle voci, che vanno dalla riqualificazione dei laboratori al contributo per il piano formativo in materia di sicurezza. Tutte componenti di quel piano di sviluppo della sicurezza interna per cui ieri il Consiglio di amministrazione dell'Università ha stanziato un fondo di due milioni di euro. Decidendo anche come spenderli attraverso interventi di potenziamento e miglioramento organizzativo, manutenzione ordinaria e straordinaria (che si aggiunge a quella già prevista nel Piano triennale dei lavori pubblici), di formazione, comunicazione e di promozione prevedendo la predisposizione di un progetto in merito, come si legge nella delibera.

ANTINCENDIO
Se il grosso è destinato all'impianto antincendio, la seconda voce in fatto di investimenti riguarda la modernizzazione e il restauro dei laboratori: per farlo il Bo spenderà 300 mila euro. Altrettanti verranno investiti nel contributo per la rimozione dell'amianto (oltre allo stanziamento dell'Area Edilizia). Duecentomila euro invece sono quelli che serviranno al supporto della valutazione dei rischi mentre l'attivazione di un sistema di gestione per la sicurezza porterà via 60 mila euro. Gli ultimi cinquantamila andranno a rimpinguare il contributo per il piano formativo in materia di sicurezza. Interventi che andranno a rafforzare il piano di sicurezza su cui il Bo sta insistendo da anni e che ha permesso di risolvere più di una di quelle criticità inserite dai vigili del fuoco all'interno del fascicolo penale d'inchiesta aperto dalla procura di Padova.
Era il marzo 2012 quando la procura, spinta da un esposto anonimo che decantava le carenze in materia di sicurezza, aveva messo sotto inchiesta tutto ciò che non andava tra aule sovraffollate, estintori mancanti, porte tagliafuoco nascoste dalle macchinette per i caffè e scale antincendio fuori norma. Qualche mese dopo, a fine maggio, il terremoto dell'Emilia aveva fatto il resto, aggiungendo alle indagini anche la questione dei lavori antisismici. Dai mesi di sopralluoghi era nata una lista con le criticità principali, centinaia e centinaia. Dalle più piccole a quelle più importanti. Dagli estintori non revisionati alla mancanza di porte tagliafuoco o di vie di fuga in caso di incendi o crolli; dall'assenza della cartellonistica al posizionamento delle macchinette del caffè in angoli che impedivano la totale apertura delle porte, passando anche per l'assenza di scale antincendio.
LE MANCANZE
Una prima relazione dei vigili del fuoco aveva dimostrato come molto fosse stato sistemato dopo l'apertura del fascicolo penale che ha permesso all'Ateneo di essere in regola dal punto di vista strutturale. Dietro la supervisione di procura e vigili del fuoco, infatti, i vertici del Bo si sono rimboccati le maniche e dei milioni di euro spesi negli ultimi anni per affrontare il problema della sicurezza, la maggior parte sono usciti di cassa dopo l'avvio dell'indagine della magistratura.

Solo per quanto riguarda la messa a norma di palazzo Maldura (il più colpito, e non solo dai crolli dopo le scosse di terremoto del maggio 2012) sono stati utilizzati 334 mila euro tra ristrutturazioni e sanzioni dovute per non aver rispettato le leggi negli anni precedenti. Una dietro l'altra quindi sono state regolarizzate le pecche soprattutto alla facoltà di Scienze di via Jappelli, a quella di Chimica di via Marzolo e l'aula di studio di via Jappelli, solo per citarne alcune. Ma anche l'antico palazzo del Bo.
Nicola Munaro
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino