IL PERICOLO BELLUNO Voglia di montagna. Si mettono via le pelli di foca e si

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IL PERICOLOBELLUNO Voglia di montagna. Si mettono via le pelli di foca e si tira fuori l'imbragatura. Finita la stagione dello scialpinismo si apre la possibilità di affrontare...

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IL PERICOLO
BELLUNO Voglia di montagna. Si mettono via le pelli di foca e si tira fuori l'imbragatura. Finita la stagione dello scialpinismo si apre la possibilità di affrontare la parete in una via ferrata. Attenzione, però: «Sono da evitare le ferrate sopra i 1500-1800 metri nei versanti nord-nord-ovest, comunque dove non c'è stato irraggiamento», va giù deciso Alex Barattin, capodelegazione del Soccorso alpino per le Dolomiti bellunesi. Sono le nevicate della primavera ad indurre alla massima attenzione. Corde metalliche coperte da neve, canalini insidiosi. Scivolate. «Abbiamo avuto sostanziose precipitazioni nei primi mesi del 2021 e il manto nevoso è ancora abbondante, in alcuni tratti le vie ferrate hanno la corda che compare e scompare perché nascosta dalla neve. Può accadere che in partenza tutto sia a posto e chi ci si trovi bloccati a metà continua Barattin in questi casi, se si incontra neve, è meglio fermarsi e tornare sui propri passi. Qualsiasi uscita in quota, peraltro, va comunque preparata prima a tavolino, guardando, più all'altitudine, al versante in cui corre la via ferrata». Se, per fare un esempio, non c'è nessun problema nell'affrontare la ferrata della Memoria, zona Vajont, in questo inizio stagione da sono da sconsigliare, per impraticabilità, la Stella Alpina, la Alleghesi, la Sci club 18.

SCHIANTI SUI SENTIERI
Quest'anno più che mai, insomma, non ci si può improvvisare. Se non si hanno le competenze tecniche meglio puntare sull'escursione. Dove, comunque, va tenuta alta l'attenzione visto che la neve abbondante ha coinvolto anche la sentieristica. «Ci sono percorsi che prevedono l'attraversamento di canaloni, il loro passaggio quest'anno può mostrarsi pericolosissimo se non vi sono tracce, anche se sono solamente tre i metri di neve da superare». Se si scivola, infatti, si rischia di non fermarsi più. E uno scivolone banale può trasformarsi in incidente serio: «Perché sottolinea il capo delegazione bellunese - visto che la neve ora è granulosa, ha una abrasività da carta vetrata». Ecco che, anche una escursione su sentieri in quota, il Soccorso alpino invita a mettere nello zaino l'attrezzatura che fornisce sicurezza, dalla piccozza ai ramponi da alpinismo. «Non i ramponcini - precisa Barattin - quelli vanno bene sulle strade silvo pastorali, non per fare presa sui canalini ghiacciati». Altra questione che gli appassionati di camminate non devono sottovalutare: nell'escursionismo il pericolo sta nei tronchi che bloccano il percorso. «Sui sentieri secondari, anche a bassa quota - dice Barattin -, ci sono schianti recenti dovuti al carico di neve, e anche alcuni rimasti dalla tempesta Vaia. «È pericoloso, in questi casi, abbandonare la traccia del sentiero perchè nell'escursionista si crea una situazione di disorientamento». Questi i consigli del Soccorso alpino che vanno bene sempre: controllare le condizioni meteo prima della partenza, portarsi, oltre alla classica cartina Tabacco, il Gps che fa comodo se non ci si perde.
ORGOGLIO BELLUNESE

Sono ben 500 i volontari bellunesi del Soccorso alpino. Un mini esercito di persone preparate, disposte a mettersi in gioco per gli altri. Per fortuna ci sono. Anche di recente si sono dedicati al ripasso con corsi di aggiornamento, sia tecnici che sanitari: «Siamo pronti ad intervenire per chi, sulle nostre montagne, si troverà in difficoltà - conclude Barattin - i volontari sono persone che mollano senza preavviso il lavoro e la famiglia, a disposizione di chi frequenta la montagna ed è in difficoltà». Rischiando la propria vita per salvarne un'altra.
Daniela De Donà
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino