«Il nostro patrimonio artistico merita di essere rispettato»

«Il nostro patrimonio artistico merita di essere rispettato»
PERCHÈ NOPADOVA «Noi non abbiamo nulla contro i baristi, non siamo neppure contrari ai plateatici. Riteniamo, però, che queste presenze debbano essere rispettose del nostro...

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PERCHÈ NO
PADOVA «Noi non abbiamo nulla contro i baristi, non siamo neppure contrari ai plateatici. Riteniamo, però, che queste presenze debbano essere rispettose del nostro patrimonio artistico e architettonico». L'architetto Renzo Fontana, presidente padovano di Italia Nostra, nei giorni scorsi è stato al centro di un'accesa polemica che lo ha visto contrapposto agli esercenti del centro storico. Baristi e ristoratori, infatti, non hanno affatto gradito il fatto che il numero uno dell'associazione ambientalista abbia rimproverato loro una sensibilità a corrente alterna nei confronti dei beni architettonici.

L'accusa che ha mosso nei confronti degli esercenti è di quelle pesanti. Si è pentito?
«Forse sono stato frainteso. Mi sono limitato a sottolineare che, in occasione della possibile realizzazione di un centro commerciale a ridosso del Catajo, la mobilitazione delle associazioni di categoria è stata immediata e meritoria. Mi sarebbe piaciuto che la stessa sensibilità l'avessero tirata fuori anche per tutelare il nostro centro storico. Tutto qui».
L'Appe vi ha anche accusato di usare due pesi e due misure. Ve la siete presa, infatti, con plateatici, ma non con i mercati delle piazze.
«Va fatta, prima di tutto, una distinzione. I mercati svolgono un servizio ai cittadini che non è paragonabile con quello di un bar o di un ristorante. Detto questo, siamo perfettamente consci che, soprattutto dal punto di vista estetico, anche le bancarelle rappresentano un problema. A questo punto mi permetto di avanzare una suggestione».
Cioè?
«Chi come me ha qualche anno, ricorderà perfettamente che in piazza Dei Signori, fino agli anni '70, il mercato non c'era. Dal momento che tra i progetti del Comune c'è anche quello di liberare dalle auto piazza Insurrezione, perché non spostare proprio lì le bancarelle? Tra le altre cose, in piazza Insurrezione i banchi potrebbero rimanere tutto il giorno. Grazie a questa soluzione, poi, piazza Dei Signori, almeno la mattina, potrebbe rimanere libera».
Tornando ai plateatici, il giro di vite della Soprintendenza vi convince fino in fondo?
«Direi di sì. Credo sia stato fatto un buon lavoro e che siano stati indicati tutti i punti critici».
Secondo Italia nostra, quali sono le situazioni più critiche?

«Sicuramente la veranda del Caffè Cavour che occupa da sola una buona porzione della centralissima piazza, oscurando in permanenza tre occhi di portico. Il fatto che a suo tempo sia stata autorizzata, non ne sminuisce il notevolissimo impatto, acuito dalla circostanza che, nonostante per legge non possa essere stabilmente ancorata a terra, in tanti anni non è mai accaduto che la si rimuovesse, almeno nella bella stagione, restituendo per qualche mese la piazza a un'immagine più in sintonia con la propria storia. Il regolamento per l'arredo urbano del 2015, tra le altre cose, non consente la realizzazione di verande a chiusura completa dei plateatici in centro storico».
A.R.
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Il Gazzettino