«Il modello di lavoro servirà anche per le prossime opere»

«Il modello di lavoro servirà anche per le prossime opere»
GLI INTERVENTICORTINA La nuova cabinovia Cortina Skyline, presentata ieri, è stata sostenuta da vari governi nazionali, che si sono succeduti negli anni, come ha sottolineato il...

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GLI INTERVENTI
CORTINA La nuova cabinovia Cortina Skyline, presentata ieri, è stata sostenuta da vari governi nazionali, che si sono succeduti negli anni, come ha sottolineato il ministro bellunese Federico D'Incà: «Tutti hanno continuato a credere nei grandi eventi, prima nei Mondiali di sci 2021, ora nelle Olimpiadi invernali 2026, nella comune volontà di dare al nostro Paese un percorso di visibilità e marketing. Quest'opera è un grande lascito dei Mondiali: dice che crediamo nel nostro Paese e che riusciamo a fare quello che serve. Riusciamo a dimostrare al mondo che siamo cambiati e che riusciamo a fare le opere in tempo». Ieri c'è stato il taglio del nastro di quest'opera attesa da oltre un decennio e costata oltre 18 milioni di euro: 15 milioni e mezzo dei Fondi di confine e 3 milioni 650 mila euro del governo nazionale.

MALAGÒ
Giovanni Malagò, presidente del Comitato olimpico nazionale, ha fatto riferimento soprattutto ai Giochi invernali 2026: «Fra due mesi, chiuse le Olimpiadi di Pechino, ci sarà consegnata la bandiera del Cio; a quel punto avremo, a tutti gli effetti, l'onore e l'onere di organizzare la prossima edizione. Le Olimpiadi ci sono state assegnate a giugno 2019; in due anni e mezzo ci siamo mangiati la dote, abbiamo perso tanto tempo. Ora bisogna mettersi pancia a terra e correre il più possibile. Servono opere di due tipi: in gran parte quelle per migliorare la vita dei posti che accoglieranno i Giochi 2026; in piccola parte le strutture indispensabili per fare le gare. Il Cio mi chiede periodicamente a che punto siamo, cosa stiamo facendo. Io vedo che a Cortina c'è un gran fermento». Valerio Toniolo commissario di Governo per il progetto sportivo dei Mondiali Cortina 2021 ha consegnato a Cortina la nuova cabinovia: «Abbiamo gestito quell'evento, complicato dalla pandemia, per il rilancio del Paese. Ora Cortina Skyline risolve un problema strutturale di Cortina, è un ponte che collega due versanti della conca. Ma ancora più importante è che in questi anni abbiamo dimostrato di saper fare sistema, di dialogare. Questa è l'eredità più significativa che lasciamo. Il lascito riguarda anche la struttura commissariale: un tesoro professionale che auspico diventi patrimonio per la Società infrastrutture Milano Cortina 2026». Un intenso pensiero al futuro è stato espresso da Luigivalerio Sant'Andrea, amministratore di Società infrastrutture Milano Cortina 2026: «Sopra a ogni altra cosa, sono i tempi a dover essere rispettati. Nei lavori ci sono impedimenti dati dalle stagioni, dalla natura, ma ce la faremo. La nuova cabinovia dimostra che si riesce ad arrivare alla meta coinvolgendo pubblico e privato».
ACCESSIBILITÀ

Con una previsione di opere per 610 milioni solo nella Provincia di Belluno, è il Veneto il grande protagonista della trasformazione in corso. Cortina Skyline è un tassello di una costruzione più ampia, come ha ricordato Elisa De Berti, vicepresidente Regione Veneto: «Servono infrastrutture per migliorare l'accessibilità alla montagna e la qualità della vita di cittadini e turisti; la Regione darà supporto e aiuto in tutto e per tutto alla struttura che dovrà occuparsi delle opere. Le Olimpiadi sono un'opportunità, un privilegio, una grande occasione». Roberto Padrin presidente della Provincia di Belluno, da sportivo praticante ha sottolineato: «E' il risultato di un grande gioco di squadra, che ha visto protagonista il territorio. Questo ottimo esito è un lascito dei Mondiali, in prospettiva delle Olimpiadi e del dopo: avrà ricadute molto rilevanti sul turismo e l'economia di Cortina». Padrin ha inoltre esortato: «Per le opere strategiche, che servono per le gare, come la pista di bob, dobbiamo accelerare i tempi, che cominciano a stringere. Mi associo, con grande preoccupazione, ai timori espressi da Malagò, presidente Coni. Queste opere non possono arrivare in ritardo. E' ora di trovare il modo di farle partire». Marco Dibona
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Il Gazzettino