Il Milan cerca l'Europa, ma Ibrahimovic perde l'Europeo

Il Milan cerca l'Europa, ma Ibrahimovic perde l'Europeo
LA VIGILIAMILANO «La casa del Milan è l'Europa»: lo dice la tradizione del club, lo racconta la storia, lo chiedono i tifosi e lo ammette anche Stefano Pioli alla vigilia della...

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LA VIGILIA
MILANO «La casa del Milan è l'Europa»: lo dice la tradizione del club, lo racconta la storia, lo chiedono i tifosi e lo ammette anche Stefano Pioli alla vigilia della partita verità dei rossoneri contro il Cagliari a San Siro.

Novanta minuti decisivi per tornare in Champions League e terminare col sorriso una stagione infinita, faticosa e piena di imprevisti. Non ci sarà Zlatan Ibrahimovic, fermato da un problema al ginocchio rimediato contro la Juventus una settimana fa. «La buona notizia è che non è stato coinvolto il legamento. Dovrebbe essere una terapia conservativa che gli permetterà di tornare al 100%. Dopo la visita l'ho visto più sereno ma non so la sua situazione sull'Europeo», il commento di Pioli sul controllo specialistico a cui si è sottoposto lo svedese ieri mattina a Milanello.
In realtà le sei settimane di terapia obbligano Ibra a dire addio all'Europeo. Lo annuncia la Federcalcio svedese proprio durante la conferenza di Pioli. Un sogno che si infrange per l'attaccante ma un sospiro di sollievo per i tifosi rossoneri che sperano di averlo al top per la preparazione della prossima stagione. Per più di metà stagione, tra infortuni e Covid, il Milan ha dovuto fare a meno del suo totem. Sarà così anche stasera, nel rush finale che vale un'intera stagione. «Il Milan manca da molto tempo dalla Champions e questo fatto fa salire le aspettative.
PROVA DI MATURITÀ
«Sappiamo di aver preparato bene questa partita. Dovremo essere molto bravi mentalmente», avverte Pioli. L'allenatore chiede maturità, come accaduto contro la Juve e il Torino. La metafora del ciclismo, sempre cara al tecnico, racconta di un Milan impegnato nelle ultime due curve in discesa prima del traguardo. «Possono permetterti di vincere come di buttare via tutto», avvisa. È una corsa all'ultimo respiro, a nervi tesi, per un gruppo giovanissimo che sta già facendo grandi cose. I due successi con cui i rossoneri arrivano alla volata finale caricano l'ambiente ma sono un'arma a doppio taglio. «Vivo questi giorni - racconta Pioli - con concentrazione e grande motivazione. La partita di col Cagliari può chiudere una settimana eccezionale per prestazioni e risultati. Siamo stati bravi finora ad avere equilibrio e coraggio, aspetti che non dovranno mancare».

Il futuro di Pioli non dovrebbe dipendere dal quarto posto. Il rinnovo di contratto dovrebbe essere cosa certa anche senza la Champions ma per orgoglio personale e per soddisfazione collettiva, non si può accontentare. Pioli vuole dimostrare che la sua storia personale si può cambiare, che non è un'equazione certa un suo fallimento alla seconda stagione sulla stessa panchina. «Io mi sono sentito sempre nel posto giusto. Mi sono sentito sostenuto e stimato in un posto in cui tutti lavorano per il bene del club e c'è grande senso d'appartenenza. Sono un po' le mie caratteristiche. Qui si può lavorare in un certo modo. Ma tutte le nostre soddisfazioni, ambizioni e aspettative non sono ancora raggiunte. Concentriamoci sull'obiettivo, poi avremo tempo. Tutto quanto fatto finora è ancora un bilancio parziale. Serve grande attenzione».
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Il Gazzettino