IL LIBRO Cristiano Caracci è avvocato e scrittore. Non si direbbe, ma dal

IL LIBRO Cristiano Caracci è avvocato e scrittore. Non si direbbe, ma dal
IL LIBROCristiano Caracci è avvocato e scrittore. Non si direbbe, ma dal suo studio legale, a Udine, si vede l'Adriatico, il Mediterraneo orientale e perfino il Mar Nero. Succede...

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IL LIBRO
Cristiano Caracci è avvocato e scrittore. Non si direbbe, ma dal suo studio legale, a Udine, si vede l'Adriatico, il Mediterraneo orientale e perfino il Mar Nero. Succede quando impugna la sua penna e la immerge nel Levante Veneto, preferibilmente nei tempi prima e intorno alla caduta di Costantinopoli. Affascinato dalla storia di Dubrovnik (Ragusa), la piccola-grande repubblica marinara adriatica, Caracci si muove sulla linea degli splendori veneziani facendo rivivere le antiche rotte che portavano le navi, e i mercanti, della Serenissima fin oltre la Morea. La storia è la sua bussola. «Ad Astros, dove ho ambientato il mio romanzo più recente, è nato il maggiore commerciante operante a Trieste tra il 700 e l'800», dice. Tutti i suoi personaggi hanno radici profonde nella storia, ma toccano corde sempre attuali.

Per la casa editrice Santi Quaranta ha pubblicato La luce di Ragusa (2005), L'Adriatico insanguinato (2014), Il tramonto di Ragusa (2015) e l'ultimo romanzo Il capitano della torre di Galata. Ed è con quest'ultimo libro che è entrato nella terna finalista del premio Latisana per il Nord-Est 2019 dopo essere stato nella long list del premio Comisso. Un libro coraggioso, è stato definito dagli addetti ai lavori. Perché seguendo le vicende del giannizzero Solimano negli anni della lotta tra l'Impero Ottomano e i greci, a inizio 800, Caracci mostra la necessità della tolleranza come antidoto ai nazionalismi esasperati, fonte di confronti bellici spesso inutili. Guardare indietro dà sempre strumenti per leggere il presente e i suoi rischi.
LOTTA AL NAZIONALISMO
«La molteplicità culturale dei mercanti medievali permetteva di comprendersi parlando la lingua Sabir - sottolinea Caracci - e nella Repubblica Serenissima, plurilingue, convivevano pacificamente confessioni religiose diverse». È un mondo scomparso, che rivive con una scrittura limpida e ariosa, così simile a quella luce dell'Adriatico che riempie i suoi libri, ed è difficile ignorare il messaggio che sostiene le vicende di cui tiene i fili. Nel suo capitano, ad esempio, mostra la bellezza di una vita semplice e la facilità con cui la guerra rompe la pace quotidiana, in questo caso tra gli ottomani dominatori, musulmani, e i greci cristiano-ortodossi con cui vivevano in armonia. Basterà l'arrivo di una famiglia di imprenditori spregiudicati e sarà la fine della solidarietà tra etnie diverse e l'inizio di vendette e atrocità. «Senza la memoria - afferma Caracci- manca ogni comprensione del presente e del diverso. La storia del diritto è uno dei più fecondi strumenti di indagine della realtà».

Nicoletta Canazza
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino