Il grande freddo su piante già fiorite scatta l'allarme per gli agricoltori

Il grande freddo su piante già fiorite scatta l'allarme per gli agricoltori
COLDIRETTIPADOVA «Se ne prossimi giorni dovessimo andare sotto zero, la situazione per le colture padovane si complicherebbe, e non poco». Paolo Minella, di Coldiretti Padova,...

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COLDIRETTI
PADOVA «Se ne prossimi giorni dovessimo andare sotto zero, la situazione per le colture padovane si complicherebbe, e non poco». Paolo Minella, di Coldiretti Padova, analizza l'anomala ondata di freddo e neve che sta imperversando in provincia. «Anche se per il momento non c'è alcun allarme, va rilevato che questi sono i giorni più importanti dell'anno per i frutteti - spiega Minella - In particolare, peschi, susini, albicocchi, ciliegi e mandorli».

I fiori stanno lentamente germogliando, e c'è il rischio che una gelata comprometta il raccolto in maniera importante, con conseguenti danni ingenti in termini di raccolto. «Siamo solo nel campo delle ipotesi - chiarisce Minella - Certo, c'è grossa preoccupazione attorno alla questione. I produttori sono terrorizzati dal fatto che la temperatura possa scendere al di sotto dei valori medi stagionali».
Il nodo sta tutto qui. Perché se è vero che adesso le piante sono (ancora) in grado di resistere a bruschi cali, è altrettanto vero che eventuali gelate finirebbero per risultare devastanti. «Abbiamo registrato cinque, sei centimetri di neve nella parte alta dei Colli Euganei. Paradossalmente, meglio così. La coltre bianca rappresenta una sorta di involucro protettivo: come dire, i fiori lì dentro possono stare al sicuro. Molto peggio sarebbe il gelo improvviso che finirebbe per rinsecchire e lessare i germogli. Finché c'è la neve siamo tranquilli». In ogni caso, precisa, «non voglio passare per catastrofico. Stiamo solamente prendendo in considerazione tutte le ipotesi sul tavolo».
Molti agricoltori stanno aspettando che passi Burian 2 per mettere a dimora le barbabietole da zucchero. Rilevato qualche problema per il grano duro: le abbondanti piogge hanno provocato degli ingiallimenti che, però, «verranno prontamente recuperati già nelle prossime settimane».
«In linea generale, niente a che vedere con le improvvise gelate degli anni passati. Ci siamo abituati, il rischio dietro l'angolo c'è sempre. D'altronde il tempo meteorologico non si comanda a bacchetta».
Chi è attrezzato sta cercando di proteggere con teli le piante più sensibili al freddo e quelle dove l'anticipo della maturazione è più evidente. Non dovrebbero esserci infine particolari problemi per gli ortaggi a pieno campo quali cavoli, verze, cicoria e broccoli. Lo stesso si può dire per i seminativi e per i vigneti.

La situazione sarà tenuta costantemente sotto controllo, «nella speranza che la morsa del freddo si allenti il prima possibile». Per quanto riguarda le piogge, nelle ultime ventiquattro ore in pianura sono caduti 40 millimetri di acqua, che era per l'appunto neve sui Colli. Tanti, ma non abbastanza per rimpinguare completamente la falda. «Almeno non è venuta tutta in un momento - spiega il dirigente Coldiretti - quello sì che sarebbe stato deleterio per i campi. È invece caduta in maniera regolare, così è entrata nei terreni un po' alla volta. Nonostante le precipitazioni, i livelli dei fiumi e dei laghi sono tuttora al di sotto della soglia limite. Vogliamo comunque essere fiduciosi per il prossimo futuro. Che estate sarà? Troppo presto per dirlo. Come al solito, la siccità potrebbe risultare una grave problematica quanto a rese di cereali, orticole e frutteti. Il caldo eccessivo stronca le colture. Bene, allora, che durante la stagione primaverile piova molto e, soprattutto, in modo regolare. Le bombe d'acqua, d'altro canto, creano disagi e basta. Tanto al settore agricolo che all'assetto idrogeologico».
Francesco Cavallaro
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Il Gazzettino