Il Governo impugna la legge sul demanio marittimo

Il Governo impugna la legge sul demanio marittimo
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UDINE - (A.L.) Il Governo ha impugnato la legge sul demanio marittimo regionale approvata dal Consiglio regionale ad aprile, contestandone alcune determinazioni chiave, quali la durata delle concessioni con finalità turistico-ricreative (che la norma ha portato fino ad un massimo di 40 anni), la procedura di affidamento e di aggiudicazione delle stesse aree e l'articolo che prevede alcuni obblighi ai concessionari entranti. La Regione ha immediatamente deciso di resistere. Il Governo censura la norma perché non sarebbe «in armonia con la Costituzione» riguardo alla «tutela della concorrenza» e «dell'ordinamento civile», materie che competono allo Stato in via esclusiva e sulle quali la Regione, nella lettura del Governo, avrebbe debordato dai suoi poteri. I contenuti della norma sono stati oggetto di lunga analisi e di molte audizioni prima di giungere al testo votato dall'Aula (17 sì del centrosinistra; 12 astensioni di Ap, Fi, M5S e Ar), nel tentativo, normando in anticipo rispetto alla scadenza del 2020 delle concessioni in essere, di rispettare le disposizioni che prevedono la gara e salvaguardare l'economia che si è costruita su quelle aree. Allungando i periodi della concessione, inoltre, il legislatore ha puntato sugli investimenti. «Restiamo convinti che la norma rappresenti un'appropriata soluzione di equilibrio tra principi comunitari e costituzionali, da un lato, e prerogative di autonomia speciale della Regione, dall'altro. Prerogative, è bene ricordarlo, non meno sprovviste di fondamento costituzionale», ha commentato l'assessore Francesco Peroni, annunciando di disporsi «con serenità a tutelarci dinanzi alla Corte costituzionale».

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Il Gazzettino