ROMA - Dibba, purtroppo, non è Di Bartolomei (anche detto Ago). E' Alessandro Di Battista (anche detto Ale). «Ancora tu, non dovevamo non vederci più?», direbbe al Dibba...
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Dibba aveva detto che andrebbero compresi i fanatici islamisti che decidono di far saltare un vagone della metropolitana in qualsiasi grande città, e poi però - quando si è discusso seriamente del fanatismo in Iraq e degli aiuti da dare ai curdi martoriati - il pacifista-bellicista Ale se n'è restato gioiosamente in vacanza in Nepal invece di tornare a Montecitorio l'altro giorno come hanno fatto gran parte dei suoi colleghi onorevoli. Ma Dibba è fatto così. Un po' morettiano del genere «mi si nota di più quando non ci sono». E un po' dibattistiano: «Mi si nota di più quando la sparo grossa». Ed è nientemeno, che vice-presidente della Commissione Esteri della Camera. Maddechè! E invece è proprio così. E lo è con quel suo miscuglio rimasticato di terzomondismo discount, di anti-occidentalismo pseudo-ideologico, di berlusconismo sinistrese (nel senso: l'importante è far parlare di Io), di retorica giovanilistica e altromondistica del web, di estetica della rivoluzione (di nuovo: maddechè!). E' uno di quelli che, rimasticando rimasticando teorie del complotto e dietrologie da mercato delle pulci, è capace di dire e lo ha detto: «Mi domando per quale razza di motivo si prova orrore per il terrorismo islamico e non per i colpi di Stato della Cia».
Lo chiamano Er Patacca. «Sono pronto a fare il premier», ha detto una volta. Al Dibba piace giocare con la Jihad. Ha capito che il tema tira e il suo giochetto - quelli che sembrano cattivi in realtà non sono così cattivi come tutti pensano - rende dal punto di vista pubblicitario. Per la nouvelle vogue del grillismo, Ale è perfetto. Quando la politica viene ridotta a caciara, lui è il miglior catalizzatore di telecamere. I grillini vanno in protesta sul tetto di Montecitorio, lui è il primo. Gridano contro il Pd che vuole «il regime» e altre schifezze autoritarie, lui è quello che grida di più. C'è una rissa d'aula a cui partecipare, ed ecco che arriva lui gridando: «Pistaaaaa».
M.A.
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Il Gazzettino