Il Cracking di Porto Marghera, l'ultimo storico impianto di chimica di base nella zona industriale veneziana, non riaprirà più, l'addio è definitivo. I posti di lavoro, però,...
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Domani a Roma sarà la giornata della chimica veneziana. L'incontro al ministero dello Sviluppo economico tra i vertici di Eni e Versalis, i Sindacati e le Istituzioni locali ratificherà le intese che Azienda e rappresentanti dei lavoratori hanno affinato in questi mesi e che ancora ieri stavano limando. La bozza di accordo è pronta, mancano solo le garanzie da parte di Regione, Provincia e Comune di Venezia in merito alla celerità e certezza delle autorizzazioni necessarie per i nuovi impianti.
Eni vuole investire 200 milioni di euro e, in aggiunta a quanto previsto dall'accordo firmato il 10 febbraio scorso che non ha rispettato dato che il 18 agosto non ha riavviato l'impianto di Cracking anzi lo demolirà, intende realizzare non uno ma tre nuovi impianti di chimica verde.
Ieri i sindacalisti e i vertici di Versalis si sono incontrati a Marghera per smussare gli ultimi angoli in vista della firma, e anche i segretari di Cgil, Cisl e Uil dei chimici hanno posto l'accento sulla necessità di un maggior coinvolgimento della Regione, dalla quale dipendono buona parte delle autorizzazioni. Nella bozza c'è scritto che l'accordo diventerà operativo quando la Regione lo avrà approvato ma i sindacati chiedono maggiori garanzie, altrimenti si corre il rischio che la rinascita del petrolchimico venga bloccata, invece che dall'Eni, dalle istituzioni. E che di conseguenza tutti gli impegni di investimenti e di salvaguardia dell'occupazione vadano in fumo. Oggi sempre a Marghera si terrà un nuovo vertice, questa volta tra Versalis e i dirigenti di Elevance Renewable Sciences, la multinazionale americana che sarà partner dell'Eni per uno dei nuovi impianti, e anche loro probabilmente, tra le varie cosa da appronfondire, chiederanno garanzie sulle autorizzazioni.
Tecnicamente l'impegno di Eni a Porto Marghera prevede di consolidare e sviluppare la logistica, ossia l'approvvigionamento degli altri stabilimenti petrolchimici della pianura Padana (Ferrara, Mantova e Ravenna) che continueranno produrre chimica di base dal petrolio. Contemporaneamente realizzerà entro il 2017 tre impianti: uno in collaborazione con gli americani per la produzione, da oli vegetali, di 100 mila tonnellate-anno di intermedi destinati ai settori della cura della persona, dei detergenti, dei bio lubrificanti e di prodotti chimici per l'industria petrolifera. Gli altri due saranno impianti per la separazione e l'idrogenazione selettiva in modo da sfruttare al massimo i co-prodotti che usciranno dal primo impianto. In buona sostanza non si butterà via niente. Saranno i primi al mondo a produrre additivi bio per le perforazioni petrolifere, oltre ad altri prodotti destinati a settori ad alto valore aggiunto come i detergenti e i bio-lubrificanti. Infine, nell'ambito del nuovo "Polo tecnologico chimica da rinnovabili", ci sarà spazio anche per la ricerca, che a Marghera è scomparsa da anni, dedicata allo sviluppo tecnologico e ingegneristico dei nuovi prodotti: sarà gestita in collegamento con Elevance e le strutture Versalis di Mantova e Novara.
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Il Gazzettino