IL CONTENZIOSO VENEZIA Una o di troppo costa al Veneto l'ultima impugnazione

IL CONTENZIOSO VENEZIA Una o di troppo costa al Veneto l'ultima impugnazione
IL CONTENZIOSOVENEZIA Una o di troppo costa al Veneto l'ultima impugnazione della legislatura. In settimana il Consiglio dei ministri ha deciso di ricorrere alla Corte...

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IL CONTENZIOSO
VENEZIA Una o di troppo costa al Veneto l'ultima impugnazione della legislatura. In settimana il Consiglio dei ministri ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale contro la legge regionale che disciplina costruzione, esercizio e vigilanza degli sbarramenti di ritenuta e dei bacini di accumulo, cioè delle strutture utilizzate per raccogliere l'acqua nei periodi di abbondanza e rilasciarla in caso di siccità, ritenendo che l'uso di quella disgiuntiva (anziché della congiunzione e) abbia contribuito a determinare un'invasione delle competenze statali in materia. Del resto la forma è sostanza, come dimostrano gli ultimi due decenni di contenzioso fra Regione e Stato: ogni dieci norme che l'hanno passata liscia, ce n'è una che è stata invece portata davanti alla Consulta.

I NUMERI
Naturalmente è successo anche il contrario: pure a Venezia sono stati proposti ricorsi contro leggi e decreti varati a Roma. Fra 2008 e 2018, le due parti hanno così totalizzato un sostanziale pareggio, con 51 azioni promosse dalla Regione e 49 dallo Stato, nonché 54 verdetti favorevoli all'una e 49 all'altro. Tuttavia la fine della decima consiliatura offre l'occasione per un bilancio di quello che è accaduto alla legislazione veneta in rapporto al vaglio nazionale.
In quasi vent'anni di aggiornamento della banca-dati custodita dal dipartimento degli Affari Regionali, infatti, risulta che non sono state impugnate 619 normative, mentre altre 62 sono state sottoposte alla valutazione dei giudici costituzionali. Il record annuo spetta al 2012, con 9 ricorsi, mentre il 2006, il 2007 e il 2009 ne hanno registrato 1 ciascuno. La media è di 3 all'anno, una tendenza che in questo 2020 è stata però già superata, con 5 deliberazioni in sette mesi. Considerando la legislatura uscente, sono state impugnate 19 delle 242 leggi approvate, mentre nella precedente erano state 24 su 293.
L'INTERROGATIVO
Questi numeri concorrono a posizionare il Veneto sul podio del contenzioso, a pari merito con la Toscana (62 ricorsi subiti dal 2002 ad oggi), dunque alle spalle della Puglia (65) e soprattutto dell'Abruzzo (84), ma ben davanti alla Lombardia (45) e all'Emilia Romagna (24), giusto per citare altre Regioni simili in numerosi contesti. Fermo restando che spetta alla Corte il giudizio di legittimità costituzionale, lasciamo agli esperti la risposta all'annoso interrogativo: le norme vengono impugnate perché sono state scritte male o per la contrapposizione fra i differenti colori politici che governano ai diversi livelli istituzionali?
Limitandoci a una constatazione temporale, possiamo però osservare che il Conte II (giallorosso) ha deliberato 11 impugnazioni in 11 mesi, mentre il Conte I (gialloverde) ne aveva decisa 1 in 15. Gli esecutivi di cui la Lega aveva fatto parte in passato, tuttavia, erano stati più severi con le norme venete: 10 azioni in 4 anni durante il Berlusconi II e 8 in 3 ai tempi del Berlusconi IV.
IL RILIEVO

Comunque sia, la prossima amministrazione regionale dovrà costituirsi in quest'ultimo giudizio, riguardante la legge 23 pubblicata sul Bur lo scorso 23 giugno. Su proposta del leghista Franco Gidoni, era stata approvata a maggioranza la disciplina relativa ai manufatti «che non superino i 15 metri di altezza o che determinino un volume di invaso non superiore a 1.000.000 di metri cubi». Ecco, secondo i giuristi di Palazzo Chigi, quella o è incostituzionale, in quanto rientrano nella competenza statale «sia gli sbarramenti che superano i 15 m di altezza sia quelli che determinano un volume di invaso superiore a 1.000.000». Non è l'unico rilievo di illegittimità formulato, ma già da solo basta per ipotizzare un'invasione di campo.
Angela Pederiva
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Il Gazzettino