IL CONCERTO Si apre con la scena epica di loro due guerrieri a cavallo che vanno

IL CONCERTO Si apre con la scena epica di loro due guerrieri a cavallo che vanno
IL CONCERTOSi apre con la scena epica di loro due guerrieri a cavallo che vanno alla conquista del campo, in stile Gladiatore. Poi eccoli lì Laura e Biagio, in carne e accordi al...

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IL CONCERTO
Si apre con la scena epica di loro due guerrieri a cavallo che vanno alla conquista del campo, in stile Gladiatore. Poi eccoli lì Laura e Biagio, in carne e accordi al centro del San Nicola di Bari per la prima del tour negli stadi, davanti a 43.000 persone, volanti a sei metri di altezza e imbracciando due chitarre. La scenografia è mastodontica, lo show quasi americano, con band potente e brani riarrangiati in chiave più rock, un palco lungo 78 metri, quattro passerelle, 16 schermi su cui si proiettano visual che cambiano ad ogni pezzo, creando in pratica 35 diverse scenografie, ideate dal direttore artistico Luca Tommassini. La scaletta è un diplomatico palleggio e li vede comunque sempre insieme «Manie di protagonismo non pervenute», racconta la coppia prima di salire sul palco.

IL FAIR PLAY
L'attacco è su Un'emergenza d'amore e Liberatemi, subito indietro agli Anni '90, da cui pescano a gola piena: dal repertorio del cantautore di Rozzano Non è mai stato subito, Mi fai stare bene, Se io, se lei, Se è vero che ci sei, dove Laura suona il flauto traverso, In una stanza quasi rosa, Iris. Dalla ragazza di Solarolo In assenza di te, Incancellabile, Strani Amori, La Solitudine, che nel 1993 le garantì la vittoria sanremese e il telegramma con le congratulazioni di Antonacci. Al festival lei era esordiente, lui fra i big. C'è lo scambio da fair play, dove lei canta i brani di lui e viceversa, e non mancano le canzoni che Biagio aveva scritto per Laura prima di ipotizzare una condivisione del palco. Si sancisce un'amicizia lunga 26 anni, oltre a far combaciare due ingranaggi che in classifica girano ad alta rotazione, e a sommare due tipi di pubblico affini. In comune avevano il grande sogno della musica partito dalla provincia: più gli inizi sono umili, più il traguardo è celebrato. Racconta Laura: «Volevamo portare nello stadio l'attitudine da pianobar e divertirci, senza fare cd o dvd. Queste date devono rimanere nel ricordo della gente come fu per il concerto di Bob Marley a San Siro». Fra loro c'è poi la connessione latina. Sullo swing gitano di Sognami ballano insieme un tango fra le candele, c'è il flamenco di Non vivo più senza te, e Vivimi, che Biagio cedette a Laura nel 2004 e in lingua spagnola vinse i Latin Music Awards nonché il Grammy a Los Angeles. Altra candidatura ai Grammy la Pausini la incassò con il disco Simili, brano qui accompagnato da una video-intervista doppia in stile iene al fratello di Biagio e alla sorella di Laura, e Lato destro del cuore, il posto dove entrambi insistono a stare.
L'ARRIVEDERCI

Su Pazzo di lei Laura per la prima volta balla in stile Beyoncé-Rihanna, su Ritorno ad amare invece lei rende omaggio al Freddie Mercury di We will rock, con l'iconica gialla giacca della Regina. Dopo Convivendo i due diventano quadri parlanti (lui Van Gogh, lei La Ragazza con l'orecchino di perla), In Questa nostra casa nuova il palco si trasforma in un loft, fra camino e partita a carte. La cosa è assodata, insieme funzionano. Prima del bis si divertono a scambiarsi i repertori. Tra te e il mare, sodalizio fortunato sul mercato sudamericano, chiude il concerto. I Pausinacci salutano e probabilmente lo show diventerà un documentario evento al cinema. Chissà che dopo gli undici live italiani (tappa allo Stadio Euganeo di Padova il 20 luglio) non li stuzzichi l'idea di un tour, che è anche parecchio de force (sono in scena per oltre tre ore), da tradurre in spagnolo per esportazione. Anche se la Pausini dice: «Dopo questa fatica, mi fermo almeno due anni».
Simona Orlando
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino