«Il cinema non le ha reso giustizia»

«Il cinema non le ha reso giustizia»
«Ironia, cultura, talento, carisma: Franca Valeri è stata un'artista straordinaria, ma il cinema non le ha reso giustizia», dice Carlo Verdone, che conosceva e frequentava la...

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«Ironia, cultura, talento, carisma: Franca Valeri è stata un'artista straordinaria, ma il cinema non le ha reso giustizia», dice Carlo Verdone, che conosceva e frequentava la grande attrice scomparsa ieri a 100 anni.

È stata sottovalutata dal cinema?
«Avrebbe meritato una carriera molto più importante, invece veniva considerata una caratterista sia pure di altissimo livello. Ma non era solo la moglie di Cretinetti: al di là della geniale alchimia che aveva creato con Alberto Sordi poteva fare anche altro. In Francia o in America sarebbe stata una superstar. Il teatro per fortuna l'ha risarcita, esaltando a 360 gradi il suo talento».
Quando conobbe Franca Valeri?
«Nel 1980, quando venne a vedermi al Piccolo Eliseo con il marito Vittorio Caprioli. Io rappresentavo Senti chi parla e in platea, alla prima, c'era tutto lo spettacolo italiano: Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Franco Zeffirelli, le gemelle Kessler, Pippo Baudo, Sara Ferrati. Ero nervosissimo, ma il giudizio che temevo di più era quello della coppia Valeri-Caprioli».
E quale fu?
«Alla fine dello spettacolo vennero in camerino e si trattennero a lungo, facendomi molti complimenti. Lei mi disse: Verdone, farà molta strada. In seguito la vedevo al ristorante Settimio e rimanevo per ore ipnotizzato a parlare con lei. Era una donna coltissima, intelligente, una gran signora. E ha saputo affermarsi come attrice comica nello spettacolo italiano maschile e maschilista».
Ha dato qualche insegnamento a un protagonista della commedia come lei?
«Mi ha fatto capire che il talento è innato, ma bisogna coltivarlo. E lei lo faceva frequentando la vita, osservando le persone. La sora Cecioni, la signorina Snob, la manicure Cesira erano tipi che lei aveva conosciuto, studiato, perdinato. È un po' il lavoro che da 40 anni cerco di fare anch'io per creare i miei personaggi».
Cos'altro apprezzava di lei?
«La sua lucidità, durata fino alla fine, il suo orgoglio di provenire da una famiglia ebraica, il suo talento di regista lirica e di scrittrice. Non ricordo nemmeno a quante amiche ho regalato la sua autobiografia Bugiarda no, reticente».
Perché?
«È un testo geniale, divertente e profondo, che dovrebbero leggere tutte le donne».

Gloria Satta
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino