Il chiosco resterà dov'è a lungo Non si riesce a notificare l'ordinanza

Il chiosco resterà dov'è a lungo Non si riesce a notificare l'ordinanza
IL CASOROVIGO Il chiosco di piazza Merlin rimarrà lì per chissà quanto tempo ancora. Questo perché devono ancora iniziare i 60 giorni a disposizione dei due proprietari, Sante...

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IL CASO
ROVIGO Il chiosco di piazza Merlin rimarrà lì per chissà quanto tempo ancora. Questo perché devono ancora iniziare i 60 giorni a disposizione dei due proprietari, Sante Giuseppe Cavalieri per la parte adibita ad edicola, e Daniele Zago, per la parte bar, per demolire la struttura e ripristinare l'area. A fine ottobre l'assessore al Patrimonio, Gianni Saccardin, aveva spiegato di avere avviato il procedimento per chiedere ai proprietari la rimozione dello stabile. Successivamente ai dieci giorni per le eventuali controdeduzioni delle parti, sarebbe dovuta partire l'ordinanza di messa in pristino dell'area entro 60 giorni. Il fatto è che Cavalieri vive all'estero da anni e Zago non ha più una fissa dimora, per cui i messi comunali, che devono per legge consegnare di persona questi documenti, hanno depositato l'avviso di procedimento a Palazzo Nodari, come da prassi quando non può essere consegnato. A questo punto sono state inviate le raccomandante per informare che devono passare in Comune a ritirare questi avvisi, ma è tutto da vedere se e come lo faranno.

La demolizione del chiosco dovrebbe essere a cura dei proprietari, ma sembra sempre più evidente che sarà un costo che dovrà essere sostenuto dal Comune. È un intervento per il quale Palazzo Nodari non ha ancora idea di quanto potrebbe venire a costare (c'è un balletto di cifre che si rincorre da tempo, ma Saccardin spiega che «verrà valutato dall'intera giunta quando sarà ora, quando ci avvicineremo alla fine dei 60 giorni».

Al termine di questi due mesi ci vorrà ancora chissà quanto tempo per seguire la trafila burocratica e poi trovare le risorse economiche necessarie. La demolizione del chiosco, inoltre, è una priorità, visto che è abusivo e per legge il Comune dovrebbe procedere con estrema rapidità in questo procedimento. Invece pare che per l'amministrazione Bergamin la reale priorità sia l'ex biglietteria di piazzale Di Vittorio, che non è abusiva e il cui costo di 67mila euro di denaro pubblico poteva essere in capo a chi acquisterà l'intera area una volta conclusa la gara per la sua vendita, così il Comune potrebbe usare per altri scopi quei soldi. Il piazzale è in alienazione insieme alla biglietteria, ma non è ancor stata avviata la gara di vendita. Qualora fosse individuato, l'acquirente avrebbe in carico la demolizione di quello stabile, anziché usare denaro pubblico per un lavoro non urgente e necessario.
A.Luc.
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Il Gazzettino