Il caso Coimpo nato dal territorio debole e scarsi controlli

Il caso Coimpo nato dal territorio debole e scarsi controlli
L'INIZIATIVAADRIA «Non tutti i fanghi dovrebbero essere trattati in agricoltura, solo quelli con determinate garanzie. Non si può costruire un reattore chimico in una vasca...

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L'INIZIATIVA
ADRIA «Non tutti i fanghi dovrebbero essere trattati in agricoltura, solo quelli con determinate garanzie. Non si può costruire un reattore chimico in una vasca aperta. Non tutti i terreni possono accogliere questi fanghi». Parole forti pronunciate a Ca' Emo dall'avvocato Matteo Ceruti, al convegno Prendersi cura del Polesine: le acque, la terra, la gente, organizzato dalle diocesi di Adria-Rovigo e Chioggia, con il patrocinio del Comune di Adria e della Provincia, per la Giornata per la custodia del creato. Una scelta non casuale quella di Ca' Emo, luogo in cui cinque anni fa morirono quattro persone nello stabilimento Coimpo. Un evento che mise in luce la precarietà dei processi e dei controlli relativi al trattamento e smaltimento dei fanghi di depurazione. Proprio Ca' Emo è stata elevata a luogo simbolo della tutela dell'ambiente. «La vicenda Coimpo è un esempio - ha sottolineato Ceruti - di mala gestio nel settore delle acque». Il convegno era incentrato sull'acqua e sui fiumi, portatori di vita, e sull'Adigetto. «L'obiettivo era nobile - ha detto Ceruti - il recuperare i fanghi di depurazione, ma sono mancati i controlli. Dietro lo scudo delle autorizzazioni si trincerano aziende come Coimpo. Dietro le autorizzazioni si nascondono anche illeciti. Questa di Ca' Emo è anche una perfetta dimostrazione che le crisi ambientali vanno di pari passo con le crisi sociali. Ci troviamo in un'area fragile, debole e vulnerabile, In questo contesto è stata concessa la costruzione del reattore, la vasca della morte. Il tanfo che per anni gli abitanti hanno subito non era solo l'odore degli acidi usati, ma anche la puzza della corruzione».

Ceruti e le Mamme No Pfas erano i soli relatori. Hanno dato forfait il medico Vincenzo Pierantonio, Vincenzo Restaino (Arpav) e Andrea Bonaldo (Terra viva). «Qualcuno è assente - ha commentato il moderatore Giorgio Osti - perché il tema è stato portato a Ca' Emo, comunità ancora ferita e divisa su alcune vicende». In sala anche i vescovi Pierantonio Pavanello e Adriano Tessarollo, e il sindaco di Adria, Omar Barbierato.
Guido Fraccon
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Il Gazzettino