Il cadavere scoperto da alcuni pescatori Ora si cerca l'arma

Il cadavere scoperto da alcuni pescatori Ora si cerca l'arma
Sono stati dei pescatori, che passavano in barca lungo il Po, a notare, sulla sponda polesana, all'altezza di Garofolo, tranquilla frazione di Canaro a pochi chilometri da Rovigo,...

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Sono stati dei pescatori, che passavano in barca lungo il Po, a notare, sulla sponda polesana, all'altezza di Garofolo, tranquilla frazione di Canaro a pochi chilometri da Rovigo, un corpo riverso sulla spiaggetta che costeggia quel tratto di fiume. Non c'è voluto molto a capire che fosse morto, vista la sua immobilità, la chiazza di sangue e le ferite, alla testa e ad un fianco. Ferite di arma da sparo, due colpi di pistola. È stato ucciso così Antonio Piombo, 61 anni, che viveva insieme al fratello Agostino a Lama Polesine, nel comune di Ceregnano, e lavorava come cameriere al bar della stazione di Padova. La sua identificazione non è stata immediata, visto che addosso aveva solo i vestiti ma nulla nelle tasche: né portafoglio, né documenti, né chiavi, né, tanto meno il cellulare. La denuncia di scomparsa presentata poco dopo le 18 di venerdì dal fratello, proprio mentre i carabinieri si radunavano attorno al cadavere, ha permesso poi di risalire all'identità della vittima. E, di conseguenza, a diramare le immediate ricerche della sua Punto bianca, con la quale si è allontanato da casa giovedì sera e che solo ieri sera sarebbe stata ritrovata a Guarda Veneta. L'ipotesi è che sia stata utilizzata dall'assassino per allontanarsi dal luogo del delitto. Al momento, però, gli inquirenti non hanno ancora stretto il cerchio attorno a nessun possibile sospetto, né sembrerebbe essere emerso un possibile movente dell'omicidio.

Piombo viene descritto dai conoscenti come tranquillo e metodico, «una gran brava persona» rimarca il sindaco di Ceregnano Ivan Dall'Ara che lo conosceva bene, anche se è con il fratello Agostino che vanta una conoscenza che risale ai tempi in cui erano compagni di scuola alle elementari. Ad indagare sono i carabinieri, coordinati dal comandante provinciale Stefano Baldini. I bossoli che erano vicino al cadavere, già inviati al Ris di Parma per gli accertamenti, sembrano essere 7,65 millimetri, un calibro molto comune utilizzato per le "pistole da difesa". L'arma non è stata ritrovata, nonostante per le ricerche si siano mobilitati anche i vigili del fuoco che, insieme ai militari, hanno battuto palmo a palmo la strada arginale. Particolare attenzione, poi, gli investigatori l'hanno dedicata al terreno circostante al luogo dove è stato trovato il corpo. La sabbia è stata controllata attentamente, sono state fotografate e repertate varie impronte, oltre ad alcuni segni, come quelli che lasciavano pensare ad un trascinamento del corpo.

Il luogo dove l'omicidio si è consumato, particolarmente affascinante dal punto di vista naturalistico, tanto che a pochi passi sorge una torretta di avvistamento per il birdwatching, è durante la notte teatro di incontri occasionali di coppiette di ogni tipo, nonché di omosessuali. Quando fa buio, spiega anche la donna che vive poco distante, in quello che un tempo era lo studio di registrazione di Zucchero, il "Blue Sugar", qui si vede di tutto. Lei però la notte fra giovedì e venerdì non ha visto o sentito nulla di particolare. E così, mentre i colleghi di lavoro di Piombo sono stati interrogati dai carabinieri, nella speranza che potesse emergere qualche dettaglio particolare per indirizzare le indagini, si confida che molto possa essere rivelato dalla Punto bianca e dai suoi passaggi davanti alle telecamere della zona. Quando l'autopsia, che dovrebbe essere effettuata fra domani e martedì, circoscriverà l'ora della morte, sarà probabilmente possibile ritrovare la traccia del passaggio dell'auto e, forse, anche l'immagine del volto dell'assassino.
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Il Gazzettino