BRUXELLES - La regina Fabiola del Belgio è morta ieri sera a Bruxelles. Aveva 86 anni e da mesi le sue condizioni s'erano aggravate. Lo ha reso noto Palazzo Reale con un breve...
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Si spegne un simbolo del Belgio, molto amata dai suoi sudditi per la sua riservatezza. Un attaccamento sintetizzato dal maggiore giornale della capitale, Le Soir che apre il suo sito web con il titolo «Fabiola, la passione». Nobile spagnola, cattolicissima, nata a Madrid l'11 giugno 1928, il suo nome completo era Dona Fabiola Fernanda Maria de las Victorias Antonia Adelaida de Mora y Aragon. Il 15 dicembre del 1960 sposò, a Bruxelles il re dei belgi Baldovino I, figlio del re Leopoldo III e della regina Astrid, nata principessa di Svezia. Un matrimonio durato oltre trent'anni durante i quali fu la regina consorte, ma che fu segnato dalla mancanza di figli.
Un dolore che la coppia superò nella certezza che «il loro cuore fosse così più libero per amare tutti i bambini», come rivelò il sovrano. Alla morte di Baldovino, nel 1993, il trono passò quindi al fratello Alberto II e il titolo di regina dei Belgi alla cognata Paola Ruffo di Calabria, fino allo scorso anno quando Alberto ha abdicato in favore del figlio, attuale regnante Filippo. A Fabiola rimase comunque l'appellativo di 'Sua Maestà la Regina Fabiola del Belgio' ed anche dopo la morte del marito non tornò in Spagna come molti ipotizzavano, ma rimase nel paese che l'aveva accolta a braccia aperte e che lei aveva saputo conquistare anche con un impegno sociale forte a favore dei meno fortunati. Fabiola creò un'istituzione, il Segretariato sociale della Regina che, ancora oggi, accoglie le richieste di aiuto di migliaia di belgi e li mette in contatto con le autorità del governo. Un'attenzione particolare fu dedicata ai disabili: nel 1967 fondò la Fondazione nazionale Regina Fabiola per la Salute Mentale, capace di raccogliere fondi. Ma il suo impegno era anche diretto: sino a quando la salute glielo ha permesso ha visitato di continuo le strutture mediche e sociali che patrocinava. Ma oltre che per il suo impegno e per la sua riservatezza Fabiola era nota anche per il suo humour. Tanto da presentarsi alla parata della festa nazionale nel 1990 con in mano una mela per rispondere con ironia alle minacce alla sua sicurezza da parte di uno squilibrato che voleva ucciderla con una balestra. L'anno successivo di fronte al ripetersi delle minacce la polizia la pregò di indossare un giubbotto antiproiettile - consiglio ignorato dalla sovrana - e almeno «di non portare mele».
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Il Gazzettino