Ideal, dopo la firma la vigilanza sul patto

Ideal, dopo la firma la vigilanza sul patto
L'accordo su Ideal Standard siglato martedì notte al ministero del Lavoro sarà ora messo sotto "stretta vigilanza", dagli organi competenti sul territorio, al fine di...

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L'accordo su Ideal Standard siglato martedì notte al ministero del Lavoro sarà ora messo sotto "stretta vigilanza", dagli organi competenti sul territorio, al fine di monitorarne l'osservanza da parte dei sottoscrittori. In particolare, il monitoraggio riguarderà gli impegni che l'azienda si è assunta sul fronte della re-industrializzazione dello stabilimento di Orcenico e delle condizioni di favore che le parti dovranno cercare per agevolare la cessione e l'avvio del possibile nuovo soggetto imprenditoriale. Il cui nucleo sarà la neocostituita cooperativa dei lavoratori Ceramiche Idealscala che, però, potrà operare in sinergia al Gruppo Bpi (che non è uscito di scena), con Uninduistria e Confcooperative. Il controllo sul rispetto di quanto stabilito nell'accordo sarà svolto, molto probabilmente, dalla Provincia e dall'Ispettorato del lavoro, come "braccio operativo" ministeriale sul territorio. Il capitolo sulla "sorveglianza" sull'intesa e sui passi successivi - un elemento che nei precedenti accordi non era stato così specificato - è stato fortemente voluto dallo stesso ministero del Lavoro proprio a fronte dell'autorizzazione alla cassa integrazione in deroga fino a ottobre e poi - a seconda dei finanziamenti - eventualmente fino a fine anno.

Siccome la cassa in deroga è stata concessa (all'interno di una lista di sole dieci imprese individuate dal governo) a fronte di una nuova manifestazione di interesse volta al rilancio produttivo del sito industriale, il governo intende vigilare attentamente affinché le condizioni di favore per il rilancio previste nel patto vengano rispettate. In questo senso, la neocostituita cooperativa dovrà, in tempi stretti, formalizzare la manifestazione di interesse anche attraverso un vero piano industriale che preveda la prosecuzione dell'attività produttiva. L'impresa, invece, sarà tenuta a rispettare tutte le condizioni di favore previste rispetto alla cessione del capannone, agli impianti, a una quantità di volumi produttivi che sarà stabilita e alla messa a disposizione dei marchi. L'eventuale mancato rispetto delle condizioni previste potrebbe anche significare l'interruzione della cassa in deroga e, di conseguenza, il pagamento degli stipendi anche arretrati per quei lavoratori che non avranno nel frattempo scelto la strada delle dimissioni volontarie incentivate.

L'azienda (che ha ricordato di avere speso da inizio vertenza a oggi 20 milioni di euro) ha comunque garantito il supporto al progetto di rilancio del sito. Cosa, per altro, già avvenuta nelle settimane scorse a fronte del piano della Bpi, sul quale alla fine però non si sono create le condizioni per il proseguimento. «Oltre alla cassa in deroga e alla mobilità volontaria con gli incentivi - precisano Franco Rizzo (Cisl), Giuseppe Pascale (Cgil) e Maurizio Sacilotto (Uil) - l'accordo prevede un elemento di garanzia ulteriore, proprio il monitoraggio sulla parte del rilancio produttivo. Proprio perché tutto ciò che si è fatto fino a oggi è finalizzato a salvaguardare il patrimonio industriale e occupazionale dello stabilimento di Orcenico che ha le potenzialità per poter proseguire».
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Il Gazzettino