I RITMI IN FABBRICA PORDENONE La sentenza del Tribunale di Treviso che assolve

I RITMI IN FABBRICA PORDENONE La sentenza del Tribunale di Treviso che assolve
I RITMI IN FABBRICAPORDENONE La sentenza del Tribunale di Treviso che assolve l'operaia sanzionata dall'Electrolux di Susegana, poiché ritenuta responsabile di un rallentamento...

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I RITMI IN FABBRICA
PORDENONE La sentenza del Tribunale di Treviso che assolve l'operaia sanzionata dall'Electrolux di Susegana, poiché ritenuta responsabile di un rallentamento della linea di montaggio, apre i riflettori sulle questioni legate ai ritmi e alle condizioni di lavoro. Temi che - negli ultimi anni - sono stati al centro di non facili vertenze e sudati accordi tra azienda e sindacato. Nella fabbrica di lavatrici di Porcia non si è mai arrivati ad aprire vertenze e a comminare sanzioni a operai ritenuti troppo lenti. Sulla base di un accordo in vigore da un decennio è stabilita una produzione di 94 lavatrici ogni ora. Ciò significa che ciascuna delle tre linee che girano nella fabbrica sforna 94 elettrodomestici ogni 60 minuti: prima di quell'accordo erano 85.

I RITMI DELLA CATENA
A Susegana si producono invece 63 frigoriferi all'ora, un numero inferiore dovuto alla diversa complessità del prodotto rispetto alla lavatrice. Ma quello che va considerato - ai fini dei ritmi di lavoro e della qualità dello stesso - è la ricaduta su ciascun addetto che si trova lungo la catena produttiva, anche se oggi molto più robotizzata rispetto al passato. Quando la linea gira a 94 lavabiancheria all'ora ogni singolo lavoratore ha 38 secondi di tempo per compiere la propria fase lavorativa. La lavatrice arriva davanti alla sua postazione. L'addetto preme un pulsante per fermare l'elettrodomestico e poter così compiere la lavorazione cui è assegnato. Le lavorazioni sono molte e diverse: si va dal sistemare i cestello e i relativi pesi che lo ancorano alla carrozzeria, all'avvitare una serie di viti o bulloni, alla fissazione del cruscotto con tutti i relativi pulsanti. Si tratta, comunque, di operazioni molto standardizzate e ripetitive. Quando l'operaio termina la propria fase, stando bene attento a non superare quei 38 secondi, ripreme il pulsante e l'elettrodomestico prosegue la sua corsa verso il lavoratore successivo. A lui si presenterà una nuova lavatrice. Così fino all'imballaggio. Se in questo percorso si supera il tempo dei 38 secondi si rallenta tutta la linea: è quello che sarebbe successo all'operaia sanzionata a Susegana.
PAUSE E MALATTIE

La popolazione operaia dello stabilimento è composta in netta maggioranza (sfiorano il 60%) da donne. Inoltre, l'età media è ormai attorno ai 50 anni, non si assumono giovani da oltre un decennio. Questo sta portano a una situazione che vede un incremento di alcune malattie professionali, in particolare legate all'apparato muscolo-scheletrico. Quella più diffusa è il cosiddetto tunnel carpale. E, di conseguenza, crescono le richieste di cambiamenti di mansioni. Ma le alternative alla linea non sono molte. Oltre alla velocità della linea, l'altro tema legato ai ritmi è quello delle pause. L'ultimo accodo - risale al 2015, quando si salvò la fabbrica - prevede nell'arco delle otto ore di turno tre pause da 9 minuti e la pausa pranzo di 38 minuti. In precedenza i tre stop erano di 10 minuti e per il pranzo l'intervallo era di 40 minuti. Argomenti e temi sempre aperti: la sentenza di Susegana farà dunque discutere in tutti gli stabilimenti della multinazionale scandinava.
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino