I ragazzi e la pandemia, 300 racconti diventano un libro

I ragazzi e la pandemia, 300 racconti diventano un libro
LA PANDEMIAPORDENONE Poter immaginare delle ipotesi di futuro, significa anzitutto partire dal passato prossimo, quello più doloroso, come se rispondere «a quell'urgenza di...

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LA PANDEMIA
PORDENONE Poter immaginare delle ipotesi di futuro, significa anzitutto partire dal passato prossimo, quello più doloroso, come se rispondere «a quell'urgenza di raccontare fosse il primo passo per prendere consapevolezza e per poter guardare all'avvenire». È l'immagine che riassume i racconti scritti da circa 300 ragazzi di trenta scuole tra Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e della Scuola ospedale del Cro di Aviano. Tanti sono i testi raccolti in poco meno di due mesi, quasi una novantina provenienti dalle zone rosse più colpite dalla pandemia e il resto dalle scuole del Friuli Venezia Giulia. Una selezione dei testi è confluita nell'ebook Sposta la tua mente al dopo e raccontalo, pubblicazione solo digitale che sarà presentata sabato 19 settembre alle 11.30 (conferenza a distanza su Zoom) all'interno di Pordenonelegge, che ha promosso l'iniziativa assieme all'Istituto Flora con la collaborazione dell'Area Giovani CRO, dell'Assessorato alla Cultura del Fvg.

LA DOMANDA
La domanda proposta ai ragazzi era di raccontare come immaginavano il loro futuro. «Questi ragazzi non si sono fermati, il timore che potessero essere stati ammutoliti dai mesi di pandemia che abbiamo vissuto è stato superato dalla dimostrazione del loro desiderio di raccontare e di rimettersi in cammino. Il fatto che abbiano deciso di scrivere e di partecipare dimostra che questi ragazzi andavano ascoltati, a prescindere da tutto» racconta Alessandra Merighi, docente dell'Istituto Flora che ha coordinato il progetto assieme a Valentina Gasparet curatrice di Pordenonelegge e a Maurizio Mascarin, medico responsabile dell'Area Giovani del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano. In questo loro non fermarsi, i ragazzi con le loro testimonianze sembrano riportare la luce su alcuni valori «che sembravano essersi persi in una società così mediatica e virtuale come la nostra, ovvero l'importanza delle relazioni e della vicinanza fisica di un corpo all'altro. Le relazioni nelle famiglie (molti ragazzi raccontano di aver ricominciato a parlare con i propri genitori), le relazioni che si instaurano a scuola e il bisogno che i ragazzi hanno di essere visti e guardati negli occhi dai loro insegnanti, e le relazioni con i coetanei. È un'idea di futuro umana che andava riacciuffata» prosegue Merighi.
IL LIBRO
Il libro - arricchito dalle illustrazioni di Marco Ivan Blasutig e Edoardo Turozzi, immagine di copertina di Riccardo Moretti - accosta racconti e testimonianze di giovani. Dal monito di una giovane bresciana «forse, se avessi saputo che un brutto periodo si supera / Avrei avuto più speranza. / Ma ti giuro, che se avessi saputo che quell'abbraccio era l'ultimo, / Ti avrei stretto un po' più forte» alle testimonianze di ragazzi che la quarantena, l'isolamento e la didattica a distanza, l'hanno sperimentata già da tempo per via della malattia. Le cui esperienze di vita e di Scuola Ospedale attivata nell'Area Giovani Cro potrebbero costituire una direzione per la scuola, a prescindere da questo nuovo coronavirus.

Valentina Silvestrini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino