I promotori: «Un gesto eccessivo ma l'omertà ci lascia amareggiati»

I promotori: «Un gesto eccessivo ma l'omertà ci lascia amareggiati»
LE REAZIONIUDINE La taglia per rintracciare chi ha spaventato l'asinello tanto da farlo scappare dal recinto perché poi finisse investito da un furgone in una gelida alba...

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LE REAZIONI
UDINE La taglia per rintracciare chi ha spaventato l'asinello tanto da farlo scappare dal recinto perché poi finisse investito da un furgone in una gelida alba udinese? Per i promotori della fattoria natalizia del Villaggio del Sole, che dopo la morte di Bianchino hanno deciso di portare via anche le due caprette per evitare rischi analoghi, offrire dei soldi in cambio di soffiate non è la strada giusta. Ma il silenzio del quartiere pesa anche a loro.

«Una taglia mi sembra un po' troppo - dice Renato Zampa della Cospalat -. Non voglio agitare polemiche. Tutti da ragazzi hanno fatto le loro sciocchezze, anche se questa è più grave e poteva creare una disgrazia ben maggiore. L'hanno tanto spaventato entrando nel recinto che il povero Bianchino, un asinello nano di 10 anni, che era come un bambino, è scappato e poi è morto, investito da un furgone a 3 chilometri di distanza. Ha camminato per ore, ma nessuno ha segnalato la sua presenza. Ma è possibile? Un'omertà che fa paura». Zampa spiega che «mi risulta ci siano due testimoni che hanno visto l'asino scappare, ma nessuno ha chiamato. Un sistema di omertà che lascia perplessi. Ma è mancata anche la presenza dell'amministrazione: dove abbiamo messo il villaggio con l'asino e le caprette era da mesi che non sfalciavano neppure l'erba... E la telecamera più vicina è in piazzale Cavedalis...». Zampa è amareggiato non solo per «un'omertà spaventosa» (è la parola che ripete più spesso) ma anche per «l'abbandono del quartiere. Quando è successo il fatto di Bianchino, una settimana dopo l'inaugurazione della fattoria, mi sono così arrabbiato che ho detto bisogna che togliamo tutto subito e abbiamo portato via anche le due caprette e smantellato tutto. Le caprette erano così agitate che tremavano: hanno dovuto prenderle in quattro. Saranno venute cinquanta mamme a dirci che erano tanto dispiaciute, perché era una cosa bellissima, che finalmente invece di stare solo con la tv o il telefonino i bambini potessero avere un rapporto con gli animali».

Pure Giuseppe Vacchiano, della Pro loco di Borgo Sole, non condivide l'idea della taglia: «Io sono per il recupero di questi ragazzi, perché è il contesto che li forma. Da questo a passare alle taglie, mi pare che il passo sia molto lungo. Il sacrificio di un asinello ci deve portare a riflettere, ad aprire una discussione vera sui problemi veri del recupero delle periferie, ma passare da questo sacrificio a mettere una taglia, non mi sembra proprio il caso». Anche a lui resta l'amarezza per il gesto inspiegabile: «Pare siano entrati dentro e si siano appesi alla casetta: ha ceduto anche un pezzo. L'asino è scappato e una capretta era talmente spaventata che stava per seguire lo stesso percorso di Bianchino. Abbiamo dovuto lasciare la Polizia stradale, per tornare in fretta a recuperare la capretta, perché non succedesse un altro guaio. Quindi abbiamo deciso a malincuore di smantellare tutto per non mettere a rischio gli animali».
Cdm
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Il Gazzettino