I pm: autista del Tir innocente Insorge la famiglia Zanardi «Ha invaso la corsia di Alex»

I pm: autista del Tir innocente Insorge la famiglia Zanardi «Ha invaso la corsia di Alex»
L'INCIDENTEMILANO Per la Procura di Siena il caso va archiviato, per la famiglia il camionista deve essere processato. Le perizie confliggenti di accusa e difesa lasciavano...

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L'INCIDENTE
MILANO Per la Procura di Siena il caso va archiviato, per la famiglia il camionista deve essere processato. Le perizie confliggenti di accusa e difesa lasciavano presagire che si sarebbe giunti al confronto finale. Che è arrivato. Il 19 giugno 2020 Alez Zanardi, ex pilota di Formula 1 e campione paralimpico, partecipava con la sua handbike a una manifestazione sulla strada che da Pienza porta verso San Quirico d'Orcia. Dietro una curva è spuntato un camion in direzione opposta, contro il quale si è schiantato: dopo dieci mesi e quattro operazioni, Zanardi lotta per tornare a vivere, mentre gli esperti hanno misurato centimetri e traiettorie per stabilire chi, quel giorno, ha sbagliato.

VELOCITÀ SOTTO I LIMITI
I pm affermano che non è stata colpa dell'autista del tir Marco Ciacci, 44 anni, indagato per lesioni gravissime. Hanno chiesto l'archiviazione «non ravvisando alcun nesso causale tra la condotta tenuta dall'autista alla guida dell'autoarticolato e la determinazione del sinistro stradale». Il tir, rilevano, «viaggiava a una velocità moderata e comunque ampiamente al di sotto del limite previsto su quel tratto» e il camionista «reagiva prontamente alla vista del ciclista mettendo in atto una manovra di emergenza (sterzando verso il margine destro della carreggiata) per allontanarsi dalla linea di mezzeria e cercare di evitare l'impatto con l'handbike condotta da Zanardi, impatto che sfortunatamente si verificava interamente all'interno della corsia di pertinenza dell'autoarticolato». Secondo i magistrati «non ha avuto efficacia causale la posizione dell'autoarticolato sulla carreggiata e in particolare la circostanza che poco prima dell'impatto, nell'affrontare la curva a sinistra, il camionista si fosse spostato più vicino alla linea di mezzeria, calpestandola per metà con le ruote anteriori sinistre e oltrepassandola di pochi centimetri con quelle posteriori con conseguente esclusione di responsabilità penale colposa in capo all'indagato». Ma i legali di Zanardi sono giunti a una conclusione opposta, hanno depositato opposizione all'archiviazione «attribuendo efficacia causale alla condotta del conducente dell'automezzo» e sostenendo che «il parziale superamento della linea di mezzeria abbia determinato la manovra di sterzo a destra di Zanardi, da cui conseguiva la perdita di controllo del mezzo». Ciò si basa sulla perizia del tecnico padovano Giorgio Cavallin, consulente per case automobilistiche e team sportivi: lo sconfinamento del camion nella corsia opposta, scrive l'esperto, ha determinato la brusca sterzata dell'atleta che l'ha fatto finire contro il tir. «Dalle immagini si vede l'autotreno che fa una leggera invasione» e Zanardi sarebbe andato quindi in sovrasterzo sbattendo contro il predellino alla sinistra del camion. Carlo Covi, legale della famiglia del campione paralimpico, aveva dichiarato: «Riteniamo che il video che riprende l'incidente dia risposte esaurienti e, quando sarà pubblico, tutto il mondo si potrà fare un'idea di che cosa è successo».
TRE CENTIMETRI

Di tutt'altro parere la perizia svolta per conto della Procura dall'ingegner Dario Vangi. «Un secondo prima dell'urto la ruota anteriore della motrice risultava parzialmente sormontare la linea di mezzeria ma senza oltrepassarla, mentre le ruote posteriori risultavano a cavallo della linea, oltrepassandola per alcuni centimetri», registra. La parte posteriore avrebbe invaso la corsia di circa tre centimetri, ma tale posizione non avrebbe provocato l'incidente. La reazione di Zanardi sarebbe invece «avvenuta istintivamente dopo l'avvistamento della sagoma del camion», inducendolo «a sterzare a destra, provocando l'instabilizzazione dell'handbike». Dice l'avvocato Massimiliano Arcioni, legale di Ciacci: «L'archiviazione è una scelta coerente con i risultati degli accertamenti svolti». Ora la decisione spetta al gip.
C.Gu.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino