I milioni che cambiano la storia del Noncello

I milioni che cambiano la storia del Noncello
L'ANNUNCIOPORDENONE Anche se non è stato svelato, il progetto è a buon punto. E non è quello solito, che aveva attirato l'attenzione qualche anno fa: quello nuovo, infatti,...

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L'ANNUNCIO
PORDENONE Anche se non è stato svelato, il progetto è a buon punto. E non è quello solito, che aveva attirato l'attenzione qualche anno fa: quello nuovo, infatti, mette in palio il futuro del Noncello come fiume vivibile, vero, centrale in una città in crescita. E per concretizzarsi deve avere necessariamente l'appoggio dei privati, ai quali sarà destinato un appello ancora top-secret, ma svelato in anteprima. Riguarderà tutte le aree centrali del fiume di pertinenza del Comune, non solo la zona della Santissima, per trasformare il Noncello in un fiume dedicato ai trasporti e agli eventi.

I DETTAGLI
Il nuovo piano a cui sta lavorando il Comune comprende innanzitutto quattro aree: l'imbarcadero del Marcolin, quello della fiera, il cosiddetto squero, uno scivolo alle spalle della dogana vecchia a Vallenoncello e un'idrovora datata, che comprende un rudere situato non lontano dai campi sportivi della stessa Vallenoncello. Ecco, il Comune metterebbe a disposizione queste aree ai privati, e qualcuno ci ha già messo gli occhi. I nomi dei potenziali investitori per ora rimangono secretati, ma un piano per stabilire una concessione pluriennale e rivoluzionare così aspetto e funzionalità del fiume è già in fase avanzata. Dà qualche anticipazione l'assessore Cristina Amirante, che premette: «L'unica area che sarà curata dal Comune sarà quella dell'imbarcadero della fiera, in quanto il trasporto fluviale pubblico (già annunciato tempo fa, ndr) sarà curato direttamente da noi». Il resto del progetto sarà preda dei privati. Per farci cosa? Ecco l'idea.
LE CARTE SEGRETE
La parte pubblica della rivoluzione fluviale pordenonese riguarderà come detto il trasporto dalla fiera all'imbarcadero del Marcolin e ritorno. Per quanto riguarda le altre tre aree, invece, dopo la presentazione di uno studio redatto da un professore universitario, si procederà con la formula che sarà ritenuta più consona per affidarle in concessione ai privati. «Nella zona dell'imbarcadero del Marcolin, ad esempio, si sta valutando la possibilità di realizzare due tipi di infrastrutture, che potranno essere simili al pontile esistente, quindi fisse e resistenti alle piene del fiume, oppure rimovibili con facilità prima dell'ingrossamento delle acque», spiega ancora Cristina Amirante. Il Comune realizzerà lo studio urbanistico, poi i privati dovranno metterci concretamente i soldi.
Nella zona dell'imbarcadero, ad esempio, potrebbero sorgere impianti sportivi per il divertimento, o ancora stand enogastronomici nei quali gustare il pesce fresco. L'area sarebbe da adibire anche ai concerti, come accade oggi in occasione della Festa sul Nonsel ma con meno limitazioni e con molte più possibilità. La partecipazione sarebbe poi garantita anche alle tante associazioni che da tempo chiedono una rivitalizzazione del fiume, da porre finalmente al centro della città.
ZONE PERIFERICHE

Le ultime due aree da riqualificare si trovano invece a Vallenoncello. Si tratta del cosiddetto squero, uno scivolo utilizzato oggi dai proprietari di alcune piccole imbarcazioni private, e della vecchia idrovora che comprende un rudere nei pressi del centro sportivo del quartiere. Entrambi i siti rientrerebbero tra quelli da concedere ai privati in cambio di un progetto di riqualificazione, che se dovesse andare in porto coinvolgerebbe quasi due chilometri di fiume e riporterebbe l'acqua al centro di Pordenone.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino