I finanzieri: così si ristabilisce l'ordine per evitare forme di concorrenza sleale

I finanzieri: così si ristabilisce l'ordine per evitare forme di concorrenza sleale
L'OPERAZIONEUDINE «Oltre al recupero delle somme sottratte al Fisco, lo scopo di indagini come queste è anche quello di ristabilire l'ordine in un settore economico per evitare...

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L'OPERAZIONE
UDINE «Oltre al recupero delle somme sottratte al Fisco, lo scopo di indagini come queste è anche quello di ristabilire l'ordine in un settore economico per evitare forme di concorrenza sleale attuate da parte di operatori economici scorretti a danno delle imprese che operano invece nel rispetto delle regole». Lo sottolinea il Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Udine, Colonnello Sergio Schena, spiegando come l'indagine Magic Box, che ha portato a scoprire una maxi evasione fiscale posta in essere da dieci tappezzerie cinesi operanti nel distretto industriale del Triangolo della sedia, rientri nell'ambito delle attività quotidianamente svolte dalle Fiamme Gialle e finalizzate a contrastare le forme di illegalità economico-finanziaria.

«Una presenza così importante, in un settore specifico, di aziende che tramite questo meccanismo possono fare ai clienti prezzi molto competitivi, rischia di determinare situazioni insostenibili per gli altri concorrenti», spiega il comandante provinciale illustrando un meccanismo che, in altre parole, «rende di fatto impossibile operare sul mercato se non attraverso modi illeciti di gestione delle attività». «L'evasione fiscale produce effetti negativi non solo in termini di riduzione del gettito per l'erario aggiunge anche il Comandante della compagnia di Cividale del Friuli, capitano Marianna Lanzilli, che ha svolto l'indagine ma va anche a discapito degli operatori onesti, del sistema economico generale e della concorrenza». Il risultato ottenuto all'esito dell'indagine Magic Box è stato importante soprattutto perché, grazie ai tre sequestri preventivi per equivalente delle somme evase nel corso degli anni, chiesti e ottenuti con il supporto della magistratura, è stato possibile «far risultare la continuità delle aziende che si sono succedute nel tempo e attaccare il patrimonio dell'azienda attualmente operativa», chiarisce ancora il comandante provinciale, colonnello Sergio Schena.
In questo modo, nonostante le ditte precedenti siano cessate e non abbiano più formalmente un patrimonio aggredibile, è stato possibile porre sotto sequestro beni per oltre 1,4 milioni di euro, pari a oltre il 50% dell'ammontare complessivo dei sequestri concessi dal gip per una somma complessiva di 2,8 milioni di euro. Un risultato che il Comandante provinciale definisce efficace.

Tra i beni posti sotto sequestro dai finanzieri della Compagnia di Cividale all'esito dell'operazione, conclusasi nei giorni scorsi, figurano due unità immobiliari artatamente intestate ai familiari degli amministratori di fatto, un'auto, numerosi beni strumentali e disponibilità finanziarie presso gli Istituti di credito nonché crediti commerciali in essere vantati dalle aziende attualmente operanti nei confronti dei propri clienti.
e.v.
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Il Gazzettino