I dem: «Piano bici la Regione è in ritardo»

I dem: «Piano bici la Regione è in ritardo»
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MOBILITÀ
UDINE Affondo del Pd sulla mobilità a due ruote. «La Regione Fvg è in ritardo nell'approvazione del Piano regionale della mobilità ciclistica, il cui progetto doveva essere adottato già a marzo 2019. Accanto alle sfilate in occasione delle varie inaugurazioni di tratti di ciclabili in giro per il territorio, è necessario soprattutto un impegno nel dare una visione complessiva che garantisca azioni concrete per favorire la promozione di comportamenti virtuosi verso la salute e l'ambiente e una rete ciclabile sicura e organizzata ai cittadini e alle migliaia di cicloturisti che ogni anno visitano il Fvg». A dirlo è il consigliere regionale del Pd, Nicola Conficoni in occasione della 18ª edizione Settimana europea della mobilità.

«L'edizione 2019 di questa iniziativa punta proprio i riflettori sulla sicurezza del camminare e andare in bicicletta e sui vantaggi che può avere per la nostra salute, il nostro ambiente e anche il nostro conto in banca» spiega Conficoni. «Il Piano regionale della mobilità ciclistica individua e programma le azioni per la promozione e l'incentivazione dell'utilizzo della bicicletta, i criteri di priorità per la realizzazione degli interventi e le possibili sinergie tra le direttrici d'interesse naturalistico, culturale e paesaggistico: in sintesi uno strumento fondamentale».
E ancora, continua Conficoni, «la nuova legge sulla mobilità ciclistica sicura e diffusa, voluta dalla precedente amministrazione regionale sul finire della legislatura, è stata approvata unanimemente dal Consiglio regionale, ma richiede ora impegno e determinazione per essere attuata e finanziata in tutti i suoi aspetti fortemente innovativi».
Infine, conclude il consigliere dem, «non vanno dimenticati i contributi per l'acquisto delle biciclette e gli incentivi per le auto ecologiche introdotti dal centrosinistra. Occorre però tenere alta l'attenzione per continuare a fare passi in avanti e non incorrere in battute d'arresto».
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Il Gazzettino