I barbari siamo noi nel deserto degli altri

I barbari siamo noi nel deserto degli altri
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Waiting for the barbarians (Aspettando i barbari, non si capisce perché stavolta non si sia tradotto un titolo facile, facile) narra di un avamposto di frontiera imprecisato nel deserto, dove un magistrato che lo amministra, sensibile alle culture degli altri, riceve la visita del colonnello Joll (Johnny Depp), che non ha la stessa clemenza nei confronti della popolazione indigena. Siamo com'è evidente dalle parti del deserto dei tartari, con annessi scenari immensi alla Lawrence, ma l'atmosfera si ferma qui. Ciro Guerra, dopo il magnifico Oro verde C'era una volta in Colombia, stavolta, al suo primo film in lingua inglese, fa tutto da solo e rinuncia alla co-regia di Cristina Gallego, ex compagna nella vita. Tratto dal romanzo di J.M. Coetzee, qui anche sceneggiatore, è una storia basica ed elementare, con la quale si ricorda come i barbari in realtà siamo noi e non i popoli che vivono i propri luoghi. Lo stile resta un po' grezzo e una sua efficacia il film fatica a trovarla, sperso in una superficialità costante. Nel cast anche Robert Pattinson, Mark Rylance (probabilmente il migliore) e Greta Scacchi. Passato a Venezia, senza lasciare traccia. (adg)

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Il Gazzettino