Guerra delle biciclette in cinque a processo

Guerra delle biciclette in cinque a processo
Il caso Expobici finisce in tribunale. In cinque sono stati citati a...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il caso Expobici finisce in tribunale. In cinque sono stati citati a giudizio e per il prossimo 25 settembre è stata fissata la prima udienza. Tra gli imputati c'è l'ex direttore generale di PadovaFiere Paolo Coin di 52 anni residente a Piove di Sacco, a cui il giudice del lavoro ha dato ragione condannando PadovaFiere a un risarcimento di 246 mila euro per averlo ingiustamente licenziato. Ma per il filone penale della guerra delle biciclette, Paolo Coin insieme a Ivana Ruppi, 43 anni residente ad Abano Terme ed addetta stampa di PadovaFiere, è accusato di accesso abusivo in concorso al sistema informatico di PadovaFiere. E ancora, sempre secondo l'accusa, l'ex direttore è stato rinviato a giudizio per il reato di rivelazione del segreto professionale insieme a Denise Muraro di 42 anni e Patrizia Piu di 40 anni entrambe residenti a Padova ed entrambe ex dipendenti di PadovaFiere, e a Diego Valsecchi di 45 anni residente a Verona ed ex direttore commerciale dell'Ente autonomo Verona Fiere. La Fiera di Padova, difesa dall'avvocato Pietro Someda per la parte penale, ha chiesto 16 milioni e 200 mila euro di risarcimento danni ai cinque imputati. I cinque avrebbero divulgato alla Fiera di Verona almeno tredici documenti top secret di proprietà di PadovaFiere. Tradotto, avrebbero rubato tutte le conoscenze e i contatti di proprietà di PadovaFiere per organizzare Expobici alla Fiera di Verona. E del resto, secondo l'accusa, come non leggere CosmoBike Show dall'11 al 14 settembre 2015 a Verona come la copia carbone di Expobici 2015 dal 19 al 21 settembre a Padova? Tanto che il 16 gennaio, sempre del 2015, all'hotel Millepini di Montegrotto, durante la presentazione di Expobici 2015, il presidente di PadovaFiere Ferruccio Macola aveva dichiarato: «Questa è una fiera sposata al territorio, con un valore radicato, gli altri fanno concorrenza sleale. Decidete voi con chi stare». Secondo l'accusa è significativo che PadovaFiere per realizzare una manifestazione di successo come l'edizione 2014 di Expobici abbia impiegato vari anni, mentre L'Ente Verona ci abbia messo pochi mesi. Tanto che sarebbe riuscito a confezionare una manifestazione che vedeva già a fine febbraio 2014 circa 270 espositori, quasi tutti coincidenti con gli espositori dell'edizione 2014 di Expobici. Poi già saliti a quota 400 a maggio del 2015 e i cui contenuti sono apparsi sovrapponibili a quelli di Expobici. E del resto, ancora secondo l'accusa, il 9 ottobre del 2014 attraverso una chiavetta Usb sono stati trasferiti tutti i dati relativi a Expobici alla Fiera di Verona. Operazione che sarebbe stata effettuata nell'ufficio di Albignasego di PadovaFiere dove operavano Coin, Muraro, Piu e Ruppi. E la chiavetta Usb, insieme a computer portatili, documenti e smartphone, è stata sequestrata dalla Polizia postale alla fine di gennaio dell'anno scorso quando, oltre alla sede di Albignasego, sono state perquisite le abitazioni di Coin, Muraro e Piu.

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino