Gratis sul bus e dà nome falso: migrante nei guai

Gratis sul bus e dà nome falso: migrante nei guai
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IL PROCESSO
BELLUNO Era con un permesso di soggiorno provvisorio: forse per questo pensava che non servisse pagare il biglietto per viaggiare sui bus a Belluno. È per questo che Brahima Ghali, alias Brahima Gary, migrante del Mali di 52 anni, ha dato in escandescenze quando il controllore gli ha chiesto il suo nome e i documenti. È arrivato anche a dare un nome falso, per cercare di evitare la contravvenzione. Ora l'africano affronterà il processo per le accuse di falso e rifiuto di fornire le proprie generalità: si aprirà il 7 giungo. Il rinvio a giudizio è stato deciso ieri dal gup Vincenzo Sgubbi, nell'udienza preliminare che si è tenuta in Tribunale a Belluno. Con la nuova legge c'era il rischio che il processo non potesse svolgersi, visto che il migrante, che aveva detto di abitare a Limana in via La Cal, 65, è attualmente irreperibile: ma c'era la prova che l'africano fosse a conoscenza del procedimento. L'imputato ieri era rappresentato dall'avvocato Ebrico Tiziani di Feltre.

I fatti contestati sono avvenuti il 27 gennaio 2016 a Belluno. Quel giorno scatenò il caos sul bus, tanto che intervennero anche i carabinieri.
Il migrante era sulla corriera di linea extraurbana della Dolomitibus, in località Visome, quando è stato invitato dal controllore Diego Pierdonà a mostrargli il biglietto. Ma Brahima Gary non ce l'ha. Ovviamente scatta la multa che il controllore si prepara a fare: gli chiede i documenti, ma l'africano non vuole darglieli. A quel punto Pierdonà chiede l'intervento dei carabinieri. Arrivano i militari del Radiomobile di Belluno. Intanto il controllore prepara la multa per Brahima Gary, grazie ai carabinieri che conoscono l'africano, fermato e identificato un mese prima. Il viaggiatore però si ribella: «No, io mi chiamo Bemba Cieffe e sono nato il primo gennaio 1965», guadagnandosi così anche l'accusa di falso, che lo ha portato ieri di fronte al gup.
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Il Gazzettino