Grandinata di fine giugno: soldi più vicini

Grandinata di fine giugno: soldi più vicini
VITTORIO VENETOUn primo passo verso i risarcimenti dei danni provocati dalla terribile grandinata del 25 giugno scorso. Dal consiglio dei ministri è arrivata nei giorni scorsi a...

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VITTORIO VENETO
Un primo passo verso i risarcimenti dei danni provocati dalla terribile grandinata del 25 giugno scorso. Dal consiglio dei ministri è arrivata nei giorni scorsi a Venezia la conferma della dichiarazione dello stato di emergenza richiesto dalla Regione per tre gravi eventi calamitosi della scorsa estate.

Quello che interessa il vittoriese è la tempesta di domenica 25 giugno, quando dal cielo piovvero in abbondanza chicchi di grandine grandi come palline da tennis. Le precipitazioni colpirono anche altri Comuni dell'Alta Marca e del bellunese, ma in particolare Enego (Vicenza) e Vittorio Veneto. Innumerevoli i danni, di piccole e grandi dimensioni, che interessarono edifici pubblici e privati, terreni e veicoli, i cui segni si possono vedere tuttora in tetti danneggiati, lunotti spaccati e rammendati in attesa di riparazione definitiva e persiane ammaccate.
Per quell'evento e per quelli di agosto (il nubifragio che colpì Cortina e la Valle del Boite e la tromba d'aria sul delta del Po e il litorale veneziano) la Regione chiese lo stato di emergenza, ora riconosciuto dal Governo Gentiloni.
LA BUONA NOTIZIA
«Una buona notizia è arrivata da Roma prima di Natale commenta l'assessore regionale alla protezione civile Gianpaolo Bottacin lo stato di emergenza riconosciuto per i tre eventi determinati dalle eccezionali avversità atmosferiche lascia ben sperare per il risarcimento dei danni subiti da persone e imprese». Parlando quasi due settimane dopo l'evento atmosferico, il sindaco Roberto Tonon calcolò in quasi 30 milioni l'ammontare dei danni provocati dalla grandine caduta in città il 25 giugno, di cui circa un milione e mezzo al patrimonio pubblico.

«Le richieste di contributo per ovviare ai danni regolarmente protocollate in municipio sono state quasi 2.500 tra privati cittadini e attività commerciali, industriali e artigianali» fece sapere Tonon, che sperò fin da subito nell'aiuto degli enti sovracomunali per concorrere alle spese che pubblico e privato dovranno sostenere. Più di venti furono gli immobili pubblici rovinati: tra questi la caserma dei Carabinieri, le scuole Da Ponte, Cosmo, Manzoni, Parravicini, Pascoli, Marco Polo, Crispi, Costella e Rodari, il museo del Cenedese, il palazzo delle Poste, il municipio e gli uffici distaccati e il polo sportivo del centro e di Costa.
L.A.
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Il Gazzettino