Giulio Sapelli Il trattato di Aquisgranum, in latino, di Aachen, in tedesco,

Giulio Sapelli Il trattato di Aquisgranum, in latino, di Aachen, in tedesco,
Giulio Sapelli Il trattato di Aquisgranum, in latino, di Aachen, in tedesco, di Aix-la-Chapelle, in francese, oppure di Aken,...

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Giulio Sapelli


Il trattato di Aquisgranum, in latino, di Aachen, in tedesco, di Aix-la-Chapelle, in francese, oppure di Aken, in olandese, avrà lo stesso effetto di quello del 1748? Quel trattato segnava la fine delle guerre di successione austriache, che sancirono il predominio della Prussia che si annesse la Slesia e iniziò in tal modo quel percorso vittorioso che la portò alla fondazione - sotto la spada degli junker - dell'impero Guglielmino, ovvero della Germania moderna.
La Francia in quel tempo dovette rinunciare ai cosiddetti Paesi Bassi Meridionali come si denominava allora il Belgio, che ritornò sotto il dominio austriaco, mentre la Gran Bretagna ampliò i suoi domini coloniali che l'avrebbero resa la dominatrice dei mari sino alla Prima guerra mondiale.
Nell'attuale Trattato di Aquisgrana siglato da Francia e Germania, non pare vi sia nulla di così grandioso e foriero delle trasformazioni che, invece, il trattato settecentesco portava con sé. Sia Emmanuel Macron sia Angela Merkel sono stelle cadenti e con loro il disegno di costruire una nuova Europa più integrata e unita dal punto di vista finanziario e politico sotto il duopolio franco-tedesco, come era stato reso esplicito da Macron nel 2017 all'atto del suo insediamento nel discorso della Sorbona, dimostra tutta la difficoltà di realizzarsi.
Era la stessa idea che avevano entrambi i sottoscrittori del Trattato franco-tedesco del 1963 (...)
Continua a pagina 27
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Il Gazzettino