Giovanni Diamanti I sondaggi sul Russia-gate confermano ciò che molti analisti si aspettavano: non c'è nessun crollo di...
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I sondaggi sul Russia-gate confermano ciò che molti analisti si aspettavano: non c'è nessun crollo di Salvini e della Lega. Non basta un intrigo internazionale, peraltro ancora ben poco chiaro, a mettere in crisi una credibilità che il leader leghista si è costruito con anni di lavoro di posizionamento, attuando un rebranding totale del proprio partito. Il fenomeno Salvini non è nato dal nulla, e coincide con una rivoluzione nel posizionamento leghista iniziata nel 2014 con l'abbandono della vocazione localista e la ricerca di un nuovo orientamento ideologico, di matrice lepenista. La Lega di oggi è un partito molto diverso da quello di Bossi, ma questi cambiamenti non sono stati vissuti in modo traumatico dalla base. E il trionfo alle ultime elezioni europee è stato dimenticato subito: ogni ricerca successiva alla tornata dello scorso maggio ha evidenziato una Lega in ulteriore crescita.
Eppure, il suo nervosismo di questi giorni è evidente, e appare giustificato.
Non sarà questa vicenda a sgonfiare il suo consenso nel breve termine: i temi prioritari per gli italiani sono altri, e spaziano dal lavoro alle tasse fino all'immigrazione.
Ma ci sono lati oscuri che posso scalfire per la prima volta da tempo la credibilità che Salvini si è costruito negli ultimi anni nel suo elettorato di riferimento. Con la scomparsa del voto d'appartenenza, gli elettori al giorno d'oggi votano anzitutto il leader (...)
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Il Gazzettino