Giordani: «I profughi? Una risorsa» Lavoreranno per Palazzo Moroni

Giordani: «I profughi? Una risorsa» Lavoreranno per Palazzo Moroni
LA SCELTAPADOVA Lavoreranno. E gratis. Certo, su base volontaria perché nessuno li obbligherà a farlo. Ma da ieri hanno questa opportunità, offerta dall'amministrazione...

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LA SCELTA
PADOVA Lavoreranno. E gratis. Certo, su base volontaria perché nessuno li obbligherà a farlo. Ma da ieri hanno questa opportunità, offerta dall'amministrazione comunale d'intesa con la Prefettura, come è avvenuto in altre realtà. I profughi, infatti, sono stati inseriti nel progetto di inclusione sociale Volontari per Padova, finalizzato appunto a utilizzarli appunto per lavoretti di pubblica utilità: in tutti i casi, comunque, si cimenteranno con situazioni che non richiedono specializzazione, ma che però terranno conto delle capacità, delle attitudini e delle professionalità di ciascuno degli interessati.

Dodici ore alla settimana per tre mesi è l'impegno massimo che verrà richiesto a chi aderirà. Quattordici tra cooperative e associazioni no profit hanno già aderito al protocollo del Comune e sono quindi pronte a far lavorare quei soggetti che hanno richiesto la protezione internazionale che sono ospitati nei centri di accoglienza cittadini. Le attività in cui verranno utilizzati saranno diverse: per esempio lo spazzamento delle aree pubbliche, la pulizia degli spazi comunali, la sistemazione del verde pubblico, la manutenzione stradale e della segnaletica, i piccoli interventi nei vari cimiteri, il facchinaggio e le tinteggiature degli edifici.
LE MOTIVAZIONI
«Fin dal giorno in cui mi sono affacciato alla politica - ha commentato Sergio Giordani - mi sono sempre chiesto perché a Padova chi governava non avesse seguito tante buone pratiche già attive in diversi Comuni della nostra provincia, che davano appunto la possibilità ai richiedenti asilo di contribuire in maniera concreta, con piccole attività, alla crescita e al miglioramento delle comunità in cui erano inseriti. La risposta che mi sono sempre dato è molto amara, cioè che forse tenere queste persone segregate in una dimensione parallela e sospesa fosse utile ad alimentare un'idea tutta negativa e strumentale di un fenomeno che non può essere eliminato e quindi va gestito con intelligenza. Oggi, quindi, sono molto soddisfatto del lavoro fatto e ringrazio tutte le Istituzioni e i mondi del Terzo Settore che hanno collaborato e collaboreranno per far lavorare i migranti. Dobbiamo riconoscere questi ragazzi come persone e non come numeri, inflessibili con chi sbaglia, ma pronti a interagire e inserire in percorsi virtuosi la grande maggioranza di chi magari desidera anche contribuire al benessere della comunità che lo ospita e fino ad oggi non ha potuto farlo. Questo è un passo avanti importante finalizzato a portare benefici concreti alla nostra città, finalizzati a una civile e positiva convivenza per la quale ogni giorno dobbiamo impegnarci». «La nostra delibera - ha detto ancora il sindaco - di fatto recepisce una proposta del Pd che ha come obiettivo quello di inserire coloro che arrivano da lontano nella nostra città, fargli imparare l'italiano e un mestiere. Nel contempo, vedendoli all'opera, i padovani possono recepire il fatto che la loro presenza non costituisce solo un problema, ma può rappresentare una risorsa. Un messaggio, questo, molto positivo, come confermano le analoghe esperienze fatte in altre città. E noi abbiamo intenzione di andare avanti con questa sperimentazione, nell'ottica di affrontare e gestire la presenza di coloro che sono arrivati qui e che chiedono la protezione internazionale».

A tutti i migranti che accetteranno la proposta dell'amministrazione di lavorare verrà garantita la formazione affinché possano svolgere le mansioni affidate con un po' di preparazione. Inoltre, sarà garantita loro la copertura assicurativa e verrà fornita l'attrezzatura necessaria per l'occupazione richiesta. Prima di iniziare con la nuova occupazione tutti verranno visitati e sottoposti ad accertamenti medici che garantiscano l'idoneità fisica.
Nicoletta Cozza
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino