Gianluca Amadori «Tutte le aziende dovevano pagare per poter lavorare: in alcuni casi si trattava di versamenti mensili, in...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Tutte le aziende dovevano pagare per poter lavorare: in alcuni casi si trattava di versamenti mensili, in altri di una tantum. E a Natale all'interno del cantiere, a Marghera, era un via vai di furgoni carichi di costosi regali per dirigenti e funzionari».
È un racconto sconcertante quello di Alì Md Suhag, il trentacinquenne originario del Bangladesh, titolare della Venice Group srl, l'azienda che per anni effettuava in subappalto i lavori di carpenteria sulle grandi navi in costruzione alla Fincantieri. Dopo l'arresto per sfruttamento di manodopera, il 21 novembre 2018, l'imprenditore ha ammesso di aver sottopagato gli operai, sostenendo di essere stato vittima di un sistema illecito imposto a tutte le ditte, e ha iniziato a collaborare con gli inquirenti. Il pm Giorgio Gava lo considera attendibile. Suhag, assistito dall'avvocatessa Stefania Pattarello, sarà processato il 5 dicembre, assieme al fratello Ali Md Nayonper, per lo sfruttamento degli operai: in attesa dell'udienza ha accettato di descrivere come funzionava il sistema, seppure omettendo nomi ed specifici episodi, in quanto su questo fronte sono in corso gli accertamenti della Guardia di Finanza. Nell'inchiesta viene ipotizzato anche il reato di corruzione tra privati per il quale mercoledì scorso sono state eseguite 33 perquisizioni a carico di imprenditori e dirigenti Fincantieri.
Segue a pagina 9
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino