Gemona, le famiglie dicono no al cellulare prima dei 13 anni

Gemona, le famiglie dicono no al cellulare prima dei 13 anni
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GEMONA Cellulare non prima dei 13 anni e si può anche spostare in avanti l'età. Ciò non per essere contro le nuove tecnologie, ma per saper riconoscere l'importanza di un corretto utilizzo di questo strumento, che sarà fondamentale nel percorso scolastico e lavorativo delle generazioni attuali. È la regola che già 200 famiglie tra Gemona, Artegna e Montenars si sono impegnate ad assumere per contribuire a costruire un corretto rapporto tra giovani e nuove tecnologie nell'ambito del progetto «Patto di Comunità per il benessere digitale», che debutterà ufficialmente questa sera al cinema sociale di Gemona, alle 20.30 con lo spettacolo «Social media, che passione». La serata, con la partecipazione di Catine, è stata promossa dal comitato organizzatore, di cui fanno parte i tre Comuni oltre alle associazioni dei genitori Primaria Piovega e Sante Striche di Ospedaletto, al comprensivo di Gemona, alla scuola paritaria Santa Maria degli Angeli, al Servizio sociale dei Comuni e all'associazione Mec, che coordina il progetto. Dal 2018 per la legge italiana i minori di 14 anni non possono utilizzare autonomamente whatsapp e social network e anche i dati scientifici evidenziano gli effetti non postivi dell'uso dei social durante l'infanzia e la preadolescenza su relazioni, studio e benessere psicologico dei ragazzi. «Uno degli obiettivi del progetto spiega Giacomo Trevisan, coordinatore regionale dell'associazione Mec è di riconoscere l'importanza dell'utilizzo efficaci degli strumenti tecnologici. Anche per questo si vuole limitare le forme più passive e dannose di utilizzo, promuovendo al contrario di adoperarli in forma creativa e tecnica fin dalla scuola primaria, come già stanno facendo le scuole di Gemona e di Artegna». Il progetto, sostenuto anche dalla Regione Fvg, si sta ramificando sul territorio e in pochi mesi ha ricevuto l'adesione di 30 realtà, tra scout, parrocchie, associazioni sportive e culturali, ristoratori. Quanti vi aderiscono si impegnano a rispettare e a diffondere cinque «regole base» per l'utilizzo dello smartphone, formulate da Mec con la collaborazione di genitori ed esperti. La prima regola riguarda l'età in cui si concede lo smartphone personale connesso in rete ai ragazzi, fissata a 13 anni, non prima cioè della seconda media. Fino a 14 anni, poi, la password di accesso allo smartphone dovrà essere comunicata ai genitori, che dovranno prevedere un monitoraggio periodico delle attività online. Il cellulare, inoltre, non deve stare in camera la notte e ci dovranno essere dei luoghi e degli orari definiti per il suo utilizzo. App e social non devono essere utilizzati in forma autonoma prima dei 13 ann. Il Patto prevede che vi sia un vero e proprio contratto che devono sottoscrivere genitori e figli alla consegna dello smartphone.

Antonella Lanfrit
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Il Gazzettino