Franco Cardini Siamo davvero a una svolta storica di portata epocale? Da circa due millenni in diversi idiomi, a cominciare...
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Siamo davvero a una svolta storica di portata epocale? Da circa due millenni in diversi idiomi, a cominciare naturalmente dal latino, siamo abituati a pronunziare in tutti gli idiomi del mondo la parola che in italiano suona impero con il significato che può assumere valori semantici ora positivi, ora negativi di potere esteso su genti e culture di differente origine e qualità e vòlto a farle vivere in armonia, sottoponendole a una sola legge generale ma con attenzione a salvaguardarne quanto più possibile autonomia e caratteristiche identitarie. Ciò differenzia l'idea d'impero dal concetto di stato assoluto e centralizzato. In esso primeggia un linguaggio egemone, che si estende e si modifica sino a diventar patrimonio comune (è la koinè diàlektos dell'impero alessandrino, consapevole erede del quale è quello romano), mentre i cittadini di tutte le potenze che se ne riconoscono subalterne partecipano ad esso mantenendo peraltro il proprio.
Modello precipuo di questa compagine etico-politico-militare, che negli antichi imperi è altresì religiosa, è l'impero romano con le tre formazioni interstatali e multietniche che a differente titolo si sono riconosciute come sue legittime eredi: l'impero d'Oriente, poi bizantino, che ne è obiettivamente la prosecuzione fino al 1425; l'impero russo dei Romanov, per diritto di eredità attraverso un sistema di nozze tra le famiglie degli zar e alcuni potentati locali; (...)
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Il Gazzettino